"Bollette folli, le piscine rischiano di chiudere"

Da dopodomani scatta l’obbligo di vaccino anche in vasca, ma i gestori sono preoccupati soprattutto per il caro energia: "È la mazzata finale"

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di Andrea Scoppa

Dopo il lockdown sanitario, le piscine rischiano un’altra e persino più grave chiusura. Da lunedì si potrà nuotare solo se vaccinati, nuova misura restrittiva che farà calare il numero di ingressi nelle vasche, ma, come detto, sono altre le cifre che spaventano il settore. Il nemico sono diventati energia elettrica e gas. Abbiamo ascoltato i vertici di tre piscine in provincia riscontrando le stesse problematiche e le stesse paure, tutti lanciano l’sos, un grido d’allarme e d’aiuto.

La prossima settimana dovrebbe esserci un tavolo tecnico con l’assessore regionale Giorgia Latini, necessario dopo i rincari assurdi delle tariffe energetiche: non c’è più tempo da perdere. "L’aumento dei costi – spiega il presidente del Centro Nuoto Macerata, Mauro Antonini – rischia di essere la botta finale dopo che il Covid ci ha già messi in ginocchio. Le spese fisse sono quasi triplicate, sfioriamo i 20mila euro al mese in bolletta e i fornitori hanno già ritoccato i prezzi del materiale del 7% per il rincaro dei trasporti. I primi freddi non aiuteranno, tanto più una struttura come la nostra che ha dei costi energetici più alti stando dentro un pallone. Sia chiaro, tutte le attività sportive vanno tutelate, ma poche hanno spese come le piscine. O si interviene in modo strutturale a sostegno del settore, con aiuti e calmierando i prezzi, o non andremo avanti". La piscina di Civitanova ad aprile aveva denunciato perdite per 400mila euro dall’inizio della pandemia e adesso: "La situazione è più grave – afferma Antonella Citarella presidentessa della cooperativa Il Grillo che gestisce l’impianto – per tre fattori: i costi per le utenze sono più che raddoppiati; non ci sono aiuti per dipendenti o collaboratori come era avvenuto durante il lockdown e in più abbiamo vissuto il mese di dicembre più nero che io ricordi in 30 anni. Da lunedì capiremo quanti entravano col tampone, io credo poco meno del 10%, ma cambia poco, la situazione ormai è insostenibile. Servono misure di sostegno, spero prima di marzo, anche perché poi da aprile la gente tende a preferire l’aria aperta e noi abbiamo anche il mare".

Infine ecco Venanzio Aquili del Team Gest San Severino, società che cura la piscina al coperto BluGallery a Taccoli: "Lunedì riapriremo l’attività al 100% e ci aspettiamo un calo tra non vaccinati e le tante quarantene, ma il Covid è diventata una causa aggiunta, il vero problema e la priorità da risolvere riguarda le bollette. I costi già erano aumentati in autunno, figurarsi a gennaio. Il momento è più grave addirittura del lockdown e, se non riceveremo ristori, salteremo in aria. Non solo noi a San Severino, è davvero una crisi comune e fuori provincia già ci sono state le prime, parziali, chiusure".