Contaminazione vecchia 32 anni, ma ancora nessuna vera bonifica

Maggio 1991, le falde idriche vengono inquinate dagli scarti delle fabbriche: ancora oggi parte dell’acqua viene depurata.

Contaminazione vecchia 32 anni,  ma ancora nessuna vera bonifica

Contaminazione vecchia 32 anni, ma ancora nessuna vera bonifica

Risale al maggio del 1991 l’inquinamento delle falde idriche. Una contaminazione di origine industriale, causata da sversamenti industriali nel terreno di sostanze chimiche usati nella lavorazione delle calzature. Tricloroetano, tetracloroetilene e percloroetilene gli agenti mappati e cancerogeni. Scattò l’emergenza idrica con i rubinetti chiusi e la città costretta a rifornirsi dalle autobotti. Ancora oggi sono necessari investimenti pubblici per depurare l’acqua di falda, costantemente monitorata da Arpam e Atac. Sono passati più di trent’anni, ma Civitanova deve ancora misurarsi con un danno irreversibile e per il quale nessuno ha pagato. Il sito inquinato, di interesse nazionale, del Basso Bacino del Chienti venne istituito dal ministero dell’Ambiente nel 2001 e la perimetrazione comprende aree di Civitanova, Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare: 26 chilometri quadrati di cui 16 nella provincia di Macerata, con anche 4 chilometri di spiaggia, dall’estremità settentrionale di Porto Sant’Elpidio a Civitanova. Nel 2009 l’Arpam e la Provincia di Macerata presentarono un progetto per avviare la bonifica della falda il cui costo ammontava a circa 4 milioni di euro, ma con il cambio della guardia al governo provinciale subentra una società che vara un progetto difforme all’originale e porta il costo della decontaminazione a 10 milioni, bocciato dal ministero. Si blocca tutto. Passati 32 anni dall’inizio dell’emergenza la contaminazione resta e con gli inquinatori la resa dei conti non c’è mai stata.