Coronavirus Macerata, Silvia Mazzante "Stanca e dimagrita. Ma finalmente a casa"

L’infermiera sangiustese era stata intubata in condizioni gravissime, ora dovrà affrontare la convalescenza in isolamento

L’infermiera sangiustese Silvia Mazzante all’uscita dall’ospedale con medici e colleghi

L’infermiera sangiustese Silvia Mazzante all’uscita dall’ospedale con medici e colleghi

Macerata, 3 aprile 2020 - "Finalmente sono a casa". Sicurezza e tranquillità, queste le prime impressioni appena varcata la soglia della sua abitazione a Monte San Giusto, dove ad attenderla c’erano i genitori e la sorella. Si sono rivisti, a distanza, ma con l’immensa gioia di essersi ritrovati: un’accoglienza in grande stile, calda e piena di emozione ma anche nel pieno rispetto delle regole della quarantena, quella che i familiari hanno riservato a Silvia Mazzante, 39 anni, infermiera all’ospedale di Civitanova, risultata positiva al coronavirus a metà marzo: il 17 era comparsa la febbre e il 19 era stato necessario intubarla.

Silvia ha lottato per sopravvivere, sa che ha rischiato di morire: ma ce l’ha fatta, e ieri è stata dimessa. "Mia madre era davvero emozionata, nel rivedermi – racconta, finalmente dalla stanza di casa, dove si è messa in isolamento –, mi sono affacciata dalla porta della sala per salutare mio padre e rideva di contentezza. Mia sorella, pratica come sempre, aveva già preparato tutto l’occorrente per il mio isolamento. Viviamo separati in casa, ci siamo allenati bene nell’ultimo mese. Ora devo stare qui e non avere contatti finché non saprò con certezza che sono negativa al Covid. Ma non vedo l’ora di tornare al lavoro, so quanto ce ne sia bisogno".

I colleghi le stanno già dicendo: "Ma dove vai, sei matta? Ora devi pensare solo a riposarti e rimetterti". Quei colleghi che lei porterà sempre nel cuore per come e quanto le sono stati accanto nel periodo più buio della sua vita. Tra loro, sempre in prima linea, il dottor Yuri Rosati, mentre il primario di Rianimazione di Civitanova, Daniela Corsi, è a casa in isolamento perché risultata anche lei positiva al coronavirus.

"Tutti i miei colleghi sono stati eccezionali – spiega Mazzante –, grazie a loro non sono mai stata sola. Una parola vorrei spenderla per le associazioni che permettono la dimissione dei pazienti Covid in sicurezza, gli autisti e i volontari sono fondamentali. Adesso, comunque, devo rassegnarmi a stare a casa in regime di restrizione dietetica, il fegato e il pancreas sono molto provati dopo la terapia sperimentale. Ho perso circa dieci chili e anche parecchia massa muscolare, dovrò lavorare sull’alimentazione. Posso mangiare cibi che non sono grassi, come carne bianca e verdure lesse. In questi ultimi giorni, da quando mi hanno tolto il casco (per respirare, ndr) sono sempre stata bene per fortuna, ho anche ripreso a camminare. Ma sento moltissima stanchezza, una grande debolezza. È un mezzo miracolo, comunque, che sto così bene rispetto a prima, e sono felicissima di essere tornata a casa. Altri 15 giorni e poi, chissà, magari potrò già tornare in pista, a lavorare in ospedale. È quello il posto mio, è lì che devo stare".