Di Maio scalda la piazza "Parlamento, stop sprechi"

Il ministro degli esteri e le ragioni del sì: vogliamo cambiare questo Paese "Elezioni, scegliete bene a chi mettere in mano le chiavi dei vostri ospedali"

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di Chiara Sentimenti

"Scegliete bene, scegliete responsabilmente, perché il 20 e il 21 settembre con le elezioni regionali sceglierete a chi mettere in mano le chiavi dei vostri ospedali. Mai come in questo momento la sanità avrà tantissime risorse a disposizione e tante possibilità per poter derogare agli impegni di spesa. Per questo servono amministratori integerrimi, e Gian Mario lo è. E nella gestione i sindaci non sono meno importanti". Prima di parlare di referendum, in una piazza Mazzini seduta e composta, dove in tanti hanno rispettato le distanze, il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, ha tirato la volata a Gian Mario Mercorelli, candidato governatore del Movimento Cinque Stelle, e al candidato sindaco, Roberto Cherubini. "Di noi non vi libererete mai, perché vogliamo bene a questo Paese e ce la metteremo tutta per cambiarlo – ha detto Di Maio, ricordando quando alla Camera, con il voto palese, tutti i partiti hanno votato sì al taglio dei parlamentari, salvo poi tirare i remi in barca –. La Lega di Salvini, Fratelli d’Italia della Meloni, Forza Italia, Leu, Pd, Italia Viva: tutti hanno votato sì, perché davanti ai cittadini non se la sono sentita di dire no, ma poi cosa è successo? Ci sono stati parlamentari che hanno provato a fermare la proposta, giocandosi il jolly del referendum". "Non sono venuto a dirvi che votare sì risolverà tutti i vostri problemi – ha aggiunto –, ma se passassimo da 945 a 600 parlamentari, comunicheremmo al mondo che finalmente stiamo tornando alla normalità, perché la Francia ne ha 600, la Germania 700 e l’Inghilterra 650". Con la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, il parlamentare europeo Fabio Massimo Castaldo e i due candidati in Comune e Regione, Mercorelli e Cherubini, Di Maio ha affrontato anche il problema dei costi, rispondendo a chi dice che non ci sia un reale risparmio dal taglio dei parlamentari, rispetto al danno che si farebbe alla rappresentatività della democrazia. "Ci sarebbe un risparmio di 300mila euro al giorno. Non sono tanti, ma non accetto che mi dica che non sono tanti chi guadagna 14mila euro al giorno – ha precisato il ministro degli esteri –. Vorrei che semmai me lo dica un cittadino che guadagna mille euro al mese. Inoltre, uno spreco o c’è oppure non c’è, e non è che non va eliminato perché si tratta di un piccolo spreco. Anche perché, a colpi di 300mila euro al giorno in ogni cosa, abbiamo fatto miliardi di euro di spreco. Quindi, credo che sia giusto tagliare anche questo spreco". Rispondendo a chi, poi, in tema di sprechi, incalzava che in Italia ci vorrebbe ben altro, Di Maio ha rilanciato: "Il 22 settembre ci vediamo in Parlamento con il fronte del no e tagliamo anche gli stipendi dei parlamentari". "Noi già lo facciamo da otto anni e non abbiamo nessun problema – ha detto –. Se adesso sono d’accordo anche gli altri, facciamolo".