Dopo il rogo al Cosmari Seconda vita per i rifiuti con un nuovo impianto da otto milioni di euro

Inaugurato il macchinario che seleziona e recupera materiali differenziati. Verranno trattate fino a trentamila tonnellate di spazzatura l’anno. Parcaroli: "Una chicca". Pellei: un modello sul fronte ambientale.

Dopo il rogo al Cosmari  Seconda vita per i rifiuti  con un nuovo impianto  da otto milioni di euro

Dopo il rogo al Cosmari Seconda vita per i rifiuti con un nuovo impianto da otto milioni di euro

di Lucia Gentili

Taglio del nastro ieri, alla presenza delle autorità, per il nuovo impianto di selezione e recupero di materiali da raccolta differenziata del Cosmari, in località Piane di Chienti a Tolentino. Nella notte tra l’8 e il 9 luglio di otto anni fa, nel 2015, l’impianto di selezione e valorizzazione di rifiuti secchi da raccolta differenziata, multimateriale (carta e cartone, plastica, metalli), era andato in fiamme. Ora, rifatto e ammodernato, consentirà di trattare fino a 30mila tonnellate l’anno di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, di cui sette tonnellate l’ora di multimateriale leggero (plastica) e otto di carta e cartone, consentendo "la differenziazione dei materiali, la creazione di nuove materie prime riutilizzabili, l’ottimizzazione e la pulizia della risorsa riciclabile con l’uso di una tecnologia specializzata nella riduzione degli sprechi", spiega la società.

Una superficie di 4.500 metri quadri, per un’opera costata circa 8 milioni (8.088.060,62 euro). Presenti tutti i sindaci soci. "Questo impianto rappresenta il futuro della raccolta differenziata e l’impegno di un intero territorio", ha esordito il primo cittadino di Tolentino Mauro Sclavi. "Un intervento fondamentale – ha aggiunto il presidente facente funzione Giuseppe Giampaoli –, che va a tutela e salvaguardia dell’ambiente, con il recupero di materia. E siamo pronti, qualora fosse necessario, ad aprirci a collaborazioni verso altri territori, verso le Ata di altre province. Cosmari ha un’autosufficienza impiantistica. Ora puntiamo sul digestore anaerobico per ridurre le emissioni di anidride carbonica. "Inauguriamo una "chicca" – ha affermato il presidente della Provincia, nonché presidente Ata e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli –. Ricordiamoci che, entro il 2035, lo smaltimento dei rifiuti in discarica nei paesi Ue non dovrà superare il 10%".

Il direttore generale Brigitte Pellei è partita dal fatto che Cosmari è un’azienda ben strutturata con 580 dipendenti "da tenere in palmo di mano". "Il nuovo impianto – ha dichiarato – è un esempio dal punto di vista del personale, dell’ambiente e della comunità. Il biodigestore (per la filiera del compostaggio) è in fase autorizzativa. Idem per l’impianto TMB (trattamento meccanico-biologico) per i rifiuti indifferenziati, dopo l’incendio dell’aprile 2022; è in fase di progettazione e speriamo di procedere nel più breve tempo possibile. L’unico progetto che ci è stato finanziato con il Pnrr è l’impianto di trattamento e recupero dei pannolini e pannoloni. Ma andiamo comunque avanti nel piano degli investimenti". "Nelle Marche – ha aggiunto Massimo Sbriscia, dirigente settore rifiuti della Regione – la percentuale di differenziata è alta, ma a ciò non corrisponde un recupero di materia alto. Qui invece si massimizza la parte di materia che va a recupero. Come piano regionale dei rifiuti serve una revisione del sistema di gestione e un cambio governance". "Bisogna ridurre la produzione di rifiuti e mettere al centro il riuso e il riciclo: ce lo chiedono l’Europa e il clima", è intervenuto Marco Ciarulli, presidente regionale Legambiente Marche.

Gli ingegneri Massimo Procaccini e Fabio Conti, responsabili tecnici impianti Cosmari, hanno illustrato il progetto. Se prima, per due turni di multimateriale, venivano impiegate dieci persone per turno e prodotte tre tonnellate l’ora, adesso il turno è uno, quasi con le stesse persone, ma "con una produttività oraria più che raddoppiata, una qualità maggiore (+50%), uno scarto minore e un guadagno economico rilevante, garantendo un’elevata valorizzazione delle varie frazioni selezionate", hanno spiegato. Dopo la benedizione del vescovo Nazzareno Marconi e la visita all’impianto, la mattinata è terminata con le degustazioni dell’istituto alberghiero Varnelli di Cingoli e i vini dell’agraria Garibaldi di Macerata.