"Gruppo Fedrigoni, investimenti per il rilancio"

Tordini della Slc Cgil spiega l’intento della cartiera: "La proprietà crede nel nostro territorio per storia, qualità e tradizioni"

"Gruppo Fedrigoni, investimenti per il rilancio"

"Gruppo Fedrigoni, investimenti per il rilancio"

di Lucia Gentili

Il settore della carta registra in media una flessione del 40%, dovuta alla contrazione degli ordini per un andamento generale negativo nel mercato. "Ma gli stabilimenti delle Marche del Gruppo Fedrigoni risentono meno di questa situazione – spiega Stefano Tordini, responsabile provinciale del sindacato lavoratori della comunicazione Slc Cgil –, in particolare quelli dell’entroterra maceratese, a Castelraimondo e Pioraco. Anzi, l’azienda ha deciso di investire qui per rilanciare il mercato e diventare più competitiva attraverso la qualità, la storia e la tradizione proprie di questo territorio". Il Gruppo Fedrigoni è proprietario nella nostra regione anche delle cartiere di Fabriano e Rocchetta nell’Anconetano, oltre a Ritrama a Sassoferrato (sempre in provincia di Ancona). "L’attività a Castelraimondo e Pioraco si è ridotta del 16% – spiega il sindacalista –. In generale, per le varie cartiere sparse sul territorio nazionale, il gruppo ha chiesto l’avvio della procedura della cassa integrazione per il mese di aprile. Ma per Castelraimondo, invece, non è stata prevista alcuna fermata produttiva. Per Pioraco invece la fermata è ridotta, fino al 16 aprile; per alcuni lo stop è partito a inizio settimana, lunedì, per chi invece è impegnato nella messa in sicurezza e manutenzione degli impianti comincerà questi giorni. Si prevede una produzione a regime già da maggio". Nel sito produttivo di Pioraco lavorano 106 dipendenti (di cui 83 operai, 20 impiegati e 3 dirigenti, tutti interessati alla sospensione), mentre a Castelraimondo 62. Quest’ultimo impianto è incentrato su una produzione sostenibile, con certificazioni che attestano tale particolare tipo di percorso "biologico". "Le rsu aziendali stanno facendo comunque incontri continui sull’ottimizzazione delle fermate – aggiunge Tordini – per garantire un turnover nel personale chiamato per occuparsi di messa in sicurezza, pulizia impianti ecc. Va sottolineato che parliamo di un’azienda strutturata, non in crisi, ma che non è indenne a questo delicato periodo del mercato italiano. È necessario un rallentamento produttivo di fronte alla contrazione degli ordini: i prodotti già realizzati sono sufficienti a coprire gli ordini e bisogna evitare troppe giacenze in magazzino". Caro energia e contrazione degli ordini avevano già spinto, da fine novembre a verso l’Epifania, a chiedere la cassa integrazione in via cautelativa. "La prima volta negli ultimi anni, dal passaggio delle ex Cartiere Miliani – conclude Tordini – ed è emblematico per dare il quadro del settore".