
Sono rimasti in silenzio davanti al giudice i due trentenni pakistani, accusati di aver violentato un ragazzo, di averlo filmato e di aver cercato così di estorcergli 3mila euro, se non voleva che quel video girasse nel suo Paese. Difesi dall’avvocato Francesco Giorgio Laganà, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere e per loro è stata confermata la misura cautelare in carcere. Nel frattempo vanno avanti le indagini, in primo luogo sui telefonini. Nel casolare di Morrovalle dove sarebbe avvenuto il sequestro, la polizia ha recuperato il cellulare del ragazzo e sono stati sequestrati anche i telefoni degli indagati, su cui cercare il video con cui avrebbero ricattato la vittima. Il ragazzo intanto, assistito dall’avvocato Maurizio Nardozza, è stato portato in una località protetta. Arrivato in Germania tempo fa, aveva chiesto lì asilo politico, ma gli era stato negato. Aveva così saputo di alcuni conoscenti residenti a Macerata, che si erano detti disponibili a ospitarlo. Lui li aveva raggiunti e aveva avviato le pratiche per chiedere asilo. Ma i connazionali prima gli avrebbero preso i 300 euro che il ragazzo aveva con sé, poi avrebbero iniziato a pretendere altri soldi. Per costringerlo, lo avrebbero costretto a salire in auto con loro, minacciandolo con una grossa pietra; lo avrebbero portato al casolare di Morrovalle, lo avrebbero violentato e filmato, e gli avrebbero detto che tutti a casa sua avrebbero visto quel video se lui non dava loro 3mila euro. Intorno alle 2.30, saltando da una finestra al primo piano il ventenne è riuscito a scappare, arrivando a Civitanova e bloccando una pattuglia della polizia per chiedere aiuto.