I quattro ai domiciliari. "Ma era solo una messa in scena"

La ragazza subito a casa, gli altri tre dovranno attendere il braccialetto elettronico. "Aveva un debito con noi, ma non lo abbiamo sequestrato"

"L’inglese aveva un debito con noi, gli avevamo prestato circa 7mila euro e non ce li aveva mai ridati. Ma non l’abbiamo sequestrato". Così ieri si sono difesi i montegranaresi Ahmed Rajraji, Dona Conte e Aurora Carpani, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione. Il quarto arrestato, il sangiustese Rubens Gnaga, nella cui casa era chiuso il turista, si è spinto più oltre dicendo che la storia del sequestro era stata concordata anche con l’ostaggio. Di fronte a una vicenda piena di zone d’ombra, il tribunale ha disposto i domiciliari per i quattro indagati che, tra l’altro, hanno solo tra 18 e 23 anni. Ieri mattina in tribunale, la prima a parlare di fronte al giudice per le indagini preliminari Giovanni Manzoni e al pubblico ministero Stefania Ciccioli è stata Carpani. Difesa dall’avvocato Marco Fabiani, la ragazza ha negato di sapere che in casa di Gnaga ci fosse un ragazzo sequestrato; lei sarebbe andata a Monte San Giusto con il suo fidanzato, amico di Gnaga, ma non sarebbe mai arrivata nella camera dove era chiuso l’inglese. Ha detto però che quella estate lui si era trovato in difficoltà, e loro gli avrebbero prestato circa 6 o 7mila euro, che lui non avrebbe mai restituito. Hanno confermato il prestito anche Dona Conte e Ahmed Rajraji, difesi dagli avvocati Levino Cinalli e Marco Cecconi, ma entrambi hanno negato il sequestro dell’inglese: "Era sempre con noi, cucinava a volte la sera, nessuno lo costringeva e nessuno gli ha fatto del male". Infine Rubens Gnaga, difeso dall’avvocato Irene Di Simio, ha detto che il sequestro era stato solo una messa in scena: "Ci doveva dei soldi, ci ha detto di stare tranquilli perché avremmo fatto credere alla sua famiglia che lui era stato sequestrato, così gli avrebbero spedito i soldi che doveva restituirci. Era d’accordo con noi". L’appartamento dove è stato liberato l’inglese era preso in affitto dal padre di Gnaga, che però era quasi sempre fuori per lavoro. Il padre ieri era in tribunale, sconcertato da quella vicenda di cui aveva avuto notizia – ha detto – solo attraverso i giornali. Alla fine, il giudice Manzoni ha disposto i domiciliari per Carpani; i tre ragazzi invece resteranno ai domiciliari ma con il braccialetto elettronico, e fino a quando questo non sarà disponibile rimarranno a Montacuto. Il gip ha evidenziato la necessità di fare chiarezza sulla vicenda, che presenta al momento molti aspetti poco chiari.

Paola Pagnanelli