Il museo si arricchisce: "C’è anche il lupo"

Il magnifico esemplare accoglie i visitatori all’ingresso del polo di storia naturale. Il presidente Landi: "Arrivati migliaia di pezzi, ma lo spazio è poco"

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di Chiara Gabrielli

Il museo di storia naturale in via Santa Maria della Porta fondato da Romano Dezi (scomparso nel giugno 2021) diventa ancora più ricco e risplende con le nuove collezioni. E c’è una novità assoluta: un esemplare di lupo appenninico (Canis lupus italicus), che accoglie i visitatori proprio nella sala di ingresso. L’animale è stato trovato senza vita nella zona di Ascoli e il Centro recupero animali selvatici (Cras) l’ha segnalato al museo di storia naturale. Grazie a un finanziamento del Comune, tramite l’intervento di Laura Laviano, assessore allo sviluppo economico e all’ambiente, si è proceduto con la conservazione, effettuata dal laboratorio "Tassidermia di Stefano Panfili" di Gubbio. Non è la sola acquisizione importante: nell’ultimo anno il patrimonio del museo ha visto un incremento di 473 uccelli, 6.600 insetti, 10.038 conchiglie, 930 minerali e 1.089 reperti di altre sezioni naturalistiche", spiega Federico Landi, presidente dell’associazione Amici del museo di storia naturale. Tra i "nuovi arrivati", spiccano la foca monaca, l’aquila reale, il gufo reale. Le ultime acquisizioni provengono da Dino Paccamiccio di Potenza Picena (la figlia Carla ha affidato il materiale al museo), dalla collezione Anna Maria Peramezza di Macerata donata dal figlio Nicola Brachetti, e ancora da Mario Corsalini, tramite la figlia Manuela, e anche da Maurizio Quarello. Alcuni esemplari di insetti sono stati donati da Cesare Rastelli, scomparso da poco, donazioni anche dalla Provincia. Un gran lavoro è stato fatto anche per mettere il QrCode davanti a diversi esemplari: così si possono ascoltare sul momento i versi degli uccelli e anche documentarsi con una scheda informativa.

Al fianco di Landi, al lavoro per il museo ci sono i volontari Daniela Rosso, GiuseppePorzi, Fabio Pettinari, Alessandro Battoni. I reperti raccolti sono stati arricchiti nel tempo da collezioni private, quali Bernocchi, Sarcina, Cives, Martinelli e molte altre. Circa 3.000 i visitatori all’anno del museo. "Qui stiamo un po’ stretti – fa notare Landi –, nonostante questo riceviamo molte scuole e lavoriamo per far crescere il museo e accogliere nuovi pezzi, altrimenti c’è il rischio che i patrimoni accumulati si disperdano con la morte del collezionista. Vorrei trasformare il museo da espositivo a scientifico, mappando le provenienze degli esemplari e proseguendo con i dati, abbiamo già catalogato 20mila pezzi e arriveremo a 30mila". "Desideriamo potenziare il rapporto con le scuole – aggiunge Porzi –, questo è un polo culturale e scientifico di valore". "Il patrimonio è enorme, potremmo pensare a mostre temporanee, allestimenti mirati", sottolinea Battoni. L’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta definisce il museo "un luogo identitario per la città, visitato e amato dai bimbi. Ora che siete una vera associazione, il polo è stato inserito nella rete museale. Pensiamo ad approcci sempre nuovi di fruizione, in un’ottica di uno studio di musei del futuro". "Non potevamo non avere questo esemplare – dice Laviano –, ho subito accettato di dare un contributo e molto volentieri".