Imprenditore edile legato alla mafia, confiscati beni e società per tre milioni di euro

L’operazione della polizia ha riguardato società, terreni, fabbricati e veicoli

Due poliziotti al lavoro

Due poliziotti al lavoro

Macerata, 22 aprile 2024 – Una confisca di beni e asset societari è stata eseguita dalla polizia nei confronti di un imprenditore edile e immobiliare di origini calabresi, legato alla mafia. Nell’ambito di una strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti, gli investigatori della Divisione Anticrimine di Macerata e del Servizio Centrale Anticrimine, hanno eseguito un provvedimento di confisca emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Ancona, su proposta formulata congiuntamente dal Questore e dal Procuratore della Repubblica di Macerata.

La confisca, che segue il precedente provvedimento di sequestro emesso dal medesimo Tribunale nell’ottobre 2022, riguarda un affermato imprenditore edile ed immobiliare di origine calabrese, da un ventennio insediatosi nelle Marche, già sottoposto, nel 2020, alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni.

Coinvolto in passato in diverse vicende processuali riguardanti reati tributari, finanziari, fallimentari, contro il patrimonio e la pubblica amministrazione e in materia di rifiuti, l’imprenditore è imputato dinanzi al Tribunale di Palermo per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose, avendo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano accertato consolidati legami con Cosa Nostra nel periodo 2014-2015.

Il calabrese, in particolare, utilizzando lo schermo delle compagini societarie a lui indirettamente riconducibili, avrebbe agevolato, nell’ambito di uno stabile rapporto di collaborazione fiduciaria, un esponente di vertice del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana (in provincia di Palermo), nella realizzazione di operazioni di natura immobiliare e finanziaria finalizzate all’investimento delle risorse economiche illecite dell’organizzazione mafiosa in provincia di Roma e in Romania.

Le investigazioni svolte dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Macerata, in stretta collaborazione con il Servizio Centrale Anticrimine, hanno consentito di accertare come il soggetto, a fronte di una situazione reddituale di natura contenuta, abbia costituito, in territorio marchigiano, anche attraverso l’interposizione fittizia di familiari e prestanome, un importante e articolato sistema societario operante nel settore immobiliare, mediante la realizzazione di sistematiche operazioni volte a impedire la diretta riconducibilità delle strutture imprenditoriali alla sua persona.

Le società, tutte strettamente collegate tra loro, infatti, sono state utilizzate per operare trasferimenti di beni e di ricchezza, per giustificare spese e conseguente abbattimenti di utili (anche con ricorso a fatturazioni inesistenti), per parcellizzare e al contempo riciclare denaro, celando la disponibilità di somme provento di reati. Con il provvedimento odierno, il Tribunale delle Misure di prevenzione di Ancona, accogliendo la proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica e dal Questore di Macerata, ha disposto la confisca della totalità delle quote e dell’intero compendio aziendale di 6 società operanti nel settore immobiliare ed edilizio, 15 fabbricati e 26 terreni, 3 veicoli e numerosi rapporti finanziari, per un valore complessivamente stimato di circa 3 milioni di euro.