ANTONIO TUBALDI
Cronaca

"In Vespa a Capo Nord: un sogno realizzato"

Il montefanese Giovanni Salvucci racconta la sua avventura lunga 5mila chilometri, dopo quelle vissute con l’aliante e l’aereo storico

Giovanni Salvucci, da Montefano a Capo Nord in Vespa

Giovanni Salvucci, da Montefano a Capo Nord in Vespa

C’è chi la pensione la immagina in poltrona, e chi, come Giovanni Salvucci, la vive in sella a una Vespa. A quasi 70 anni Salvucci – originario di Petriolo ma residente a Montefano – ha realizzato un sogno straordinario: raggiungere Nordkapp, il mitico Capo Nord, percorrendo oltre 5mila chilometri su una Vespa PX125 del 1980, restaurata insieme con il figlio. L’avventura è iniziata il 12 giugno, con la partenza in solitaria da Montefano verso Arco, sul lago di Garda, dove il 13 giugno si è unito a un centinaio di vespisti provenienti da tutta Italia e dall’estero per il Raid delle Vespe a Nordkapp. Da lì, 15 giorni senza sosta attraversando sette nazioni e splendide città europee come Monaco di Baviera, Berlino, Stoccolma, Umea, Rovaniemi, fino al promontorio estremo della Norvegia il 27 giugno.

"Ho deciso di partire quasi per caso – racconta – dopo aver visto l’inserzione di questo raid sui social. Non ci ho pensato troppo, mi sono iscritto e ho preparato la Vespa". A ogni tappa si formavano spontaneamente gruppi di 3-4 Vespe: "Non conoscevo nessuno, ma in viaggio tutto diventa condiviso: problemi tecnici, ricerca di benzina e alloggio, le risate serali davanti a una birra". Un’esperienza che ha messo alla prova uomini e mezzi: otto-nove ore al giorno in sella, su strade secondarie, sterrati, cantieri, con pioggia e vento come compagni di viaggio. "Il vento non ci ha mai lasciati, le renne ci attraversavano la strada in Lapponia, e i limiti di velocità a 30chilometri orari nei paesi sembravano eterni". Ma ogni difficoltà è stata ripagata dai paesaggi mozzafiato: i campi della Svezia, i laghi della Finlandia, i fiordi norvegesi illuminati dal sole di mezzanotte. "Ogni giorno era un’emozione nuova – prosegue – una popolazione, un profumo, una lingua diversa".

Quando gli si chiede quale sia stato il momento più emozionante, Salvucci risponde senza esitazioni: "Sono stati diversi. La prima grande emozione è stata Berlino, alla Porta di Brandeburgo: i turisti, soprattutto italiani, ci fermavano per domande e complimenti, e il giorno dopo, con 120 Vespe ripartite insieme, abbiamo bloccato il traffico spargendo odore di miscela in tutta la città. Poi arrivare da Babbo Natale a Rovaniemi: sembrava un sogno. Eravamo lì davanti alla sua casa, abbracciandoci tra vespisti. E infine l’arrivo sotto al globo di Nordkapp: occhi lucidi, quasi in lacrime, il sogno si era realizzato".

Il montefanese non è nuovo a questo tipo di imprese: ha partecipato a raid in aliante in Italia e nel deserto della Namibia, e con il suo aereo storico in Europa. "Ma questa avventura ha un sapore speciale e solo una Vespa sa regalare queste emozioni".

Antonio Tubaldi