"La testimonianza di un deportato ad Auschwitz. Nella lettera messaggi di speranza per il domani"

I ragazzi hanno lavorato in gruppo per tre settimane. Il documento è stato trovato. dalla loro insegnante.

"Cara Bronka", è l’inizio della lettera originale di un deportato polacco ad Auschwitz, che noi giovani detectives del Convitto abbiamo tenuto tra le mani e indagare, assaporando il lavoro dello storico. Il reperto inedito, trovato dalla nostra insegnante di Lettere ottant’anni dopo essere stato scritto, è stato messo a disposizione di noi alunni della 3ªB che, assieme alla nostra compagna di origine polacca di 3ªA, in tre settimane, nelle ore di Storia, divisi in piccoli gruppi ognuno con compiti differenti, lo abbiamo decifrato e tradotto, ricavando informazioni su mittente e destinatario, timbri e francobolli, collegamenti con il periodo del nazismo e con la letteratura. Dall’indagine è emerso un lavoro articolato, che sta attirando l’attenzione del Prefetto e di altre istituzioni cittadine. La lettera è scritta a matita e si piega diventando a sua volta una busta. Il detenuto I. B., sessantenne polacco del Blocco 7, matricola 164322, scrive il 9 aprile 1944 ad una persona a lui molto cara, forse la sorella o la figlia, per rassicurare della sua salute, ringraziare di alcuni oggetti ricevuti, inviare richieste materiali ma soprattutto un messaggio di speranza per il futuro. Grande la nostra sorpresa nell’apprendere che ad alcuni internati di quel campo era concesso scrivere all’esterno e ricevere pure pacchetti e lettere, forse per scopi di propaganda; da numerosi indizi è emerso il fatto che il detenuto era uno Schutzhäftling, cioè una persona arrestata per "custodia preventiva", quindi un prigioniero politico. Auschwitz può sembrare lontano nel tempo e nello spazio, ma le sue lezioni sono più attuali che mai: la scoperta della lettera ci ha dato la possibilità di ragionare in modo nuovo sul valore della scrittura come strumento di memoria e microresistenza, e sulla Storia, ricostruendone una pagina "dal basso" e creando un’eco di connessioni con noi, le nostre famiglie e il nostro territorio. Con questo laboratorio non siamo riusciti a rispondere a tutte le domande poste dal documento ma ci siamo impegnati a mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto, per costruire un futuro migliore.

Laura Montaguti, Federico Nocelli, Alyssia Paccaloni, Adrien Pantaleoni, Teresa Pisanelli, Enrico Porfiri, Diego Recchi, Adam Touati, Lorenzo Trentin, 3ª B