Italo si laurea in filosofia a 82 anni: "Mia moglie è morta, la ritroverò"

Ex operaio ha discusso la tesi a Macerata: "Credo nell’immortalità"

Italo Spinelli, laureato in Filosofia a 82 anni (Foto Calavita)

Italo Spinelli, laureato in Filosofia a 82 anni (Foto Calavita)

Macerata, 13 aprile 2018 - «Mia moglie Angela è morta nel luglio 2014, dopo 52 anni di vita passati insieme. I primi giorni sono stati terribili, ero devastato. Avevo bisogno di risposte, e di trovare un modo per andare avanti. Che cosa ci aspetta dopo la morte?» A parlare è il neo-laureato Italo Spinelli, 82 anni da compiere a maggio, di Finale Emilia (Modena), che ha fatto molti mestieri nella sua vita, dal materassaio all’operaio Fiat. Ieri infatti è stato proclamato dottore in Filosofia all’Università degli studi di Macerata. Un’impresa eccezionale, considerata la sua età, che ha intrapreso tre anni e mezzo fa spinto dal grande amore verso sua moglie, e dal desiderio di sapere se ci sarà per lui la possibilità di ricongiungersi a lei quando sarà il giorno.   «Prima ho chiesto a un prete se studiare filosofia fosse pericoloso – confida Italo con un sorriso – e lui mi ha risposto di stare tranquillo, che molti teologi della Chiesa sono stati appunto filosofi. Eppure, dopo questi anni di studio ho capito che in realtà la filosofia è pericolosissima, perché si scontra spesso con la teologia. Tutti hanno un’opinione diversa e discorde dagli altri. Io ho capito che preferisco credere a chi mi dà la possibilità, pur se eventuale, di credere all’immortalità dell’anima. Voglio tornare insieme con mia moglie, anche se nessuno può darmene la certezza. Mi rimane però la speranza: io voglio credere e quindi credo». 

Una volontà ferrea, che ha portato Italo Spinelli a iscriversi all’Università di Macerata già nel novembre 2014, pochi mesi dopo la scomparsa dell’amatissima Angela, seguendo lezioni su lezioni da casa, grazie al servizio di registrazione video dei corsi offerto dall’ateneo. «Ha fatto tutto da solo – spiega la figlia Francesca – non sapevamo neppure si fosse iscritto. Avevo trovato un foglio in casa sua, ma non avevo detto niente. Poi un giorno ce l’ha detto, ma ha voluto fare tutto senza il nostro aiuto, sia per lo studio che per i viaggi, quando andava a dare gli esami. È riuscito a dare anche più di un esame negli stessi giorni».

Un viaggio lungo, quello da Finale Emilia a Macerata, con tre treni da prendere e ore e ore passate a riflettere guardando fuori dal finestrino, con 35 esami dati nell’arco di tre anni e mezzo e rimanendo quindi in corso. Tutto questo per amore della sua Angela e per il fascino che la filosofia esercita su Italo.   «Pascal mi ha dato la risposta perfetta per quanto riguarda l’anima – continua a spiegare Italo – perché ha ragione: alla fine conviene credere, e passare con fede i nostri anni. Ma trovo affini anche Gardner, il primo filosofo che ho studiato dopo la morte di mia moglie, o di Tommaso d’Aquino, che cercava di dimostrare scientificamente l’immortalità dell’anima. E mi hanno convinto ancora di più nella mia contrarietà all’eutanasia: è come se negli ultimi giorni di mia moglie le avessi tolto quello che le permetteva di vivere. Non si può spiegare cosa significa perdere una moglie eccezionale come Angela è stata per me».