
Saltamartini: milioni di prestazioni in tempi rapidi, qualche migliaio quelle in ritardo. Carancini: "Ultimi in Italia per il fascicolo sanitario elettronico, la gente si cura fuori regione".
"Il tema delle liste d’attesa è centrale. La Regione garantisce il 96% delle prestazioni entro dieci giorni. Su milioni di prenotazioni gratuite è un volume enorme. Le migliaia che mancano influiscono, nascondono questo dato. Siamo una regione benchmark, eroghiamo prestazioni appropriate ed efficienti. L’ospedale di Macerata si farà". Così Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità, nel suo intervento al consiglio comunale aperto che si è tenuto ieri alla Mozzi Borgetti. Il confronto, saltato nei mesi scorsi e preceduto da settimane di polemiche, non ha risparmiato accuse e veleni: in particolare l’opposizione ha puntato il dito contro le liste d’attesa e i ritardi sull’ospedale unico. "Non era previsto un solo euro per l’ospedale prima del nostro insediamento – ha aggiunto Saltamartini –; quello che sorgerà a Macerata sarà un ospedale di rilievo, tra i più moderni a livello nazionale. Il diritto alla salute è dei cittadini in condizione di parità, anche nei territori non serviti da questo ospedale. Quello attuale ha specializzazioni anche di secondo livello".
Al consiglio comunale aperto hanno preso parte anche l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli e il presidente Francesco Acquaroli. Il primo ha presentato dei rendering di come sarà il nuovo ospedale a Piediripa, chiarendo che "le risorse ci sono. In passato non è stata fatta un’adeguata programmazione; la struttura dell’attuale ospedale maceratese ha 100 anni, i medici che stiamo formando con borse di studio avranno un ottimo contenitore in cui operare". Rispetto alla sicurezza degli operatori, specialmente nei pronto soccorso, Baldelli ha fatto sapere che "il nuovo ospedale avrà un posto di polizia operativo h24. L’ambiente, poi, è fondamentale per la salute, costruiremo l’ospedale in un’area grande come 13 campi da calcio, sarà fornito di tutte le infrastrutture stradali e ferroviarie necessarie". Senza sconti l’intervento di Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil: "La sanità è una sfida complessa, i problemi enormi. Vorremmo disponibilità al confronto, con la questione delle risorse che è assolutamente centrale – ha detto il sindacalista –, le risorse investite in sanità sono troppo basse rispetto al Pil. Il rischio è non riuscire a coprire il fabbisogno della popolazione, che invecchia. Se il sistema non è ancora collassato è grazie allo straordinario impegno degli operatori del settore, di cui pure, tra medici e infermieri, siamo carenti. Chi può economicamente permetterselo si rivolge al privato. La questione sanità non dovrebbe avere colore politico. Le liste d’attesa sono un problema reale, così come mettere mano alla medicina territoriale, con un personale adeguato. Il sistema sanitario italiano è un patrimonio da preservare, tutto il mondo lo invidia". Critico anche il consigliere regionale Romano Carancini, secondo il quale "la legge che ha diviso l’Asur in cinque aziende territoriali non ha avuto effetti. I sindaci sono stati cancellati dal contributo per l’atto aziendale, e dopo due anni e mezzo dall’approvazione della legge quest’atto aziendale non è stato ancora approvato – ha fatto notare l’esponente del Pd –, le liste d’attesa e la mobilità passiva intraregionale che fa perdere 11 milioni sono gli effetti. Il fascicolo sanitario elettronico ci vede all’ultimo posto in Italia. Il 10% dei marchigiani è costretto a rinunciare alla cura, a fronte di una media nazionale del 7,6%". Alle questioni poste da consiglieri d’opposizione e cittadini ha risposto anche lo stesso presidente Acquaroli, secondo cui "è fondamentale rendere il nostro sistema sanitario all’altezza della sfida, trovare il clima giusto, anche nelle difficoltà, dettate dagli strascichi della pandemia e da altre variabili non riconducibili né alla nostra gestione né a quella governativa".