Lo stato del litorale maceratese "Barriere e pennelli dannosi Allarme erosione per Scossicci"

Il geomorfologo Carlo Bisci: le spiagge hanno bisogno del continuo apporto di detriti dai fiumi, che invece è diminuito. Strutture troppo vicine alla linea di riva, sempre maggiore il rischio di mareggiate.

Lo stato del litorale maceratese  "Barriere e pennelli dannosi  Allarme erosione per Scossicci"

Lo stato del litorale maceratese "Barriere e pennelli dannosi Allarme erosione per Scossicci"

di Lucia Gentili

Il professor Carlo Bisci lancia l’allarme per l’erosione delle coste. Il geomorfologo e climatologo, docente di Geografia fisica all’università di Camerino, da anni studia i litorali delle nostre zone. Spiega come intervenire e perché la realizzazione ’estemporanea di pannelli e barriere artificiali non sia la soluzione.

Professor Bisci, com’è la situazione sulle coste maceratesi?

"I litorali maceratesi, così come quelli di tutto il tratto marchigiano a sud del Conero, sono in massima parte soggetti naturalmente a erosione da parte del moto ondoso. La diffusa presenza di opere di difesa rigide, che ha purtroppo reso ’artificiale’ buona parte della linea di costa (anche se meno che nell’Ascolano e nel Fermano) è comunque spesso in grado di ridurre almeno localmente il fenomeno. Al momento, le zone più critiche sono a Scossicci, ovvero la parte nord di Porto Recanati, e nel Fermano a Porto Sant’Elpidio".

Quali sono le cause?

"Dato che il moto ondoso erode le spiagge, queste per mantenersi hanno bisogno di un continuo apporto di detriti da parte dei fiumi che però, negli ultimi decenni, si sono drasticamente ridotti a causa di vari fattori, come l’intensa estrazione di ghiaia e sabbia, la costruzione di dighe e briglie che immobilizzano a monte i detriti, l’abbandono di coltivazioni con conseguente riduzione di erosione dei suoli ecc. A peggiorare la situazione è stata poi la realizzazione estemporanea di pennelli e barriere che, bloccando il flusso verso dei detriti lungo riva, per proteggere una piccola porzione di spiaggia trasferiscono il problema sottoflutto, ovvero verso nord nella nostra zona, costringendo a rincorrere continuamente con nuove opere i fenomeni erosivi".

Quali sono le aree sotto osservazione?

"Cerchiamo di monitorare costantemente tutto il litorale, ma la maggiore attenzione è concentrata nelle aree poste appunto subito a nord di pennelli e barriere, soprattutto dove ci sono strutture a rischio. Anche i tecnici della Regione e dei Comuni si occupano di questo".

Quali interventi dovrebbero essere effettuati?

"La soluzione ottimale sarebbe ripristinare il naturale flusso di detriti operato dai fiumi, ma questo comporterebbe vastissimi e costosi interventi su ampie porzioni del territorio, a partire dalle aree montane. Si avrebbe comunque un vantaggio anche solo provvedendo a dragare (scavare per mezzo della draga, un escavatore subacqueo, ndr) i bacini artificiali e le aree alle spalle delle briglie, riportando più a valle il materiale. Sarebbe poi opportuno intervenire sversando lungo le spiagge in erosione il materiale che è stato asportato dal mare. I materiali riportati debbono essere di dimensioni e quantità compatibili con quelli erosi, altrimenti sarebbero solo tempo e denaro sprecati (come purtroppo è avvenuto in passato); l’operazione andrebbe ripetuta ogni 10-12 anni circa. Un ulteriore miglioramento potrebbe venire anche dall’abbattimento, almeno parziale, dei troppi pennelli che impediscono ai sedimenti di alimentare le coste poste sottoflutto".

Quali le conseguenze, nel futuro, per gli operatori balneari?

"Purtroppo gran parte delle strutture è stata costruita troppo vicino alla linea di riva (una distanza di relativa sicurezza sarebbe di almeno 150 metri). Per cui, visto anche che il cambiamento climatico sta causando mareggiate sempre più intense e frequenti oltre a un leggero innalzamento del livello del mare, si prevede un sempre maggiore rischio. Già pochi anni fa, a Pesaro, l’acqua del mare è arrivata fino a una quota di oltre tre metri, che lungo il nostro litorale spesso corrisponderebbe alla prima linea di caseggiati".