Luca Traini, medaglia ai due carabinieri che lo catturarono

Mercoledì a Roma la decorazione d’argento al valore civile: "Lucidità e coraggio"

Il momento della cattura di Luca Traini

Il momento della cattura di Luca Traini

Macerata, 4 giugno 2019 -  Saranno premiati domani a Roma, con la medaglia d’argento al valore civile, Sergio Palmeri e Simone Fazzari, i due appuntati che il 3 febbraio 2018 arrestarono Luca Traini, dopo quasi due ore di sparatoria in città. «Finito tutto, abbiamo ricostruito la storia – dice il colonnello Michele Roberti, comandante dei carabinieri di Macerata -. Non si sapeva in quanti fossero a sparare, e perché, poteva essere un folle pronto a far fuoco su chiunque. I militari hanno avuto coraggio, freddezza e lucidità». I due riceveranno la medaglia dal ministro alla Difesa Elisabetta Trenta, alla presenza di Mattarella, alla caserma di Tor di Quinto, per la festa dei carabinieri. «Hanno avvicinato Traini armi in pugno, reagendo però in maniera commisurata a quanto stava accadendo. Aveva sparato fino a poco prima, poteva farlo ancora: in una fase critica loro sono stati molto controllati».

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«Quella storia mi ha fatto riflettere su tante cose. Realizzi che esci di casa la mattina e potresti non tornare a casa la sera». «Lui ha detto subito di essere disarmato. Ma da dietro una colonna poteva spuntare qualcun altro, non sapevamo quanti fossero stati a sparare per le vie della città. In quei due secondi non ci abbiamo pensato e abbiamo fatto quello che dovevamo».

Per gli appuntati Simone Fazzari e Sergio Palmeri, malgrado l’esperienza e la preparazione, l’arresto di Luca Traini (VIDEO) è stato un momento diverso da tutti gli altri. «In 26 anni di servizio naturalmente ho fatto altri arresti, non era certo la prima volta» premette Palmeri. «Ma solo a freddo uno realizza che poteva finire anche in tanti altri modi» prosegue Fazzari. Per quell’arresto, domani i due militari riceveranno dal ministro Trenta la medaglia d’argento al valore civile, premiati a Roma tra i carabinieri che si sono distinti in tutta Italia.

I due appuntati erano in servizio alla stazione di Pioraco, la mattina del 3 febbraio dell’anno scorso, quando Macerata rimase paralizzata in una morsa di terrore per gli spari che arrivavano sui passanti. «Eravamo di pattuglia a Pioraco – racconta Fazzari -. Ma dalla centrale operativa ci hanno ordinato di spostarsi a Macerata. Si sapeva solo che un soggetto da un’Alfa Romeo nera sparava sui passanti. Avevamo pochissime informazioni. Arrivati in città abbiamo contattato la centrale. C’erano dei feriti, ma non era chiaro quanti, e qualcuno sparava, ma non si sapeva quanti fossero. Abbiamo fatto un giro e salendo da via dei Velini abbiamo visto l’Alfa davanti al monumento ai Caduti. Siamo scesi al volo. Gli abbiamo puntato le armi e intimato di arrendersi».

«Lui ha detto subito di aver lasciato la pistola in auto – aggiunge Palmieri –, ma noi non sapevamo quanti fossero, poteva esserci qualcun altro lì nascosto. Ma è stato tutto veloce, in due secondi era finita». Traini si è disteso a terra e si è lasciato ammanettare, senza fare resistenza. «Poi l’ho rivisto in tribunale alle prime udienze – prosegue Palmeri –. È stata una soddisfazione arrestarlo, perché era davvero un pericolo, poteva succedere di tutto. È stata una fortuna che sia andata così».

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«Io sono calabrese – spiega Fazzari -, mio padre era nei carabinieri e ha vissuto la faida nel Vibonese negli anni Ottanta, ma nelle Marche non si pensa mai possa succedere una cosa del genere. Se lui avesse sparato subito, noi non avremmo avuto il tempo di reagire, ma questo lo pensi solo dopo, e cerchi anche di pensarci il meno possibile. Ho moglie e due figli, in certi momenti rivedi tutta la vita. Tra l’altro avevamo fatto poco prima un corso di intervento operativo, eravamo preparati ad emergenze simili, ma un conto è la teoria, un conto la pratica: di fronte alla realtà, non puoi sapere come reagirai finché non ti ci trovi».

Traini è stato condannato a 12 anni di reclusione, in primo grado, per strage aggravata dai motivi di odio razziale. I due appuntati invece hanno lasciato la provincia. Fazzari è in servizio in Macedonia per un periodo, mentre Palmeri è stato per sei mesi a Bruxelles alla rappresentanza Ue. Ora sono a Roma, in attesa della cerimonia ufficiale di domani a Tor di Quinto. «Una grande soddisfazione, che non ci aspettavamo. Sarà bellissimo riceverla».