"Siamo esterrefatti. Avevamo apprezzato la scelta dell’amministrazione comunale di organizzare un importante momento di confronto sull’ospedale di Macerata e sulla sanità maceratese, come si leggeva ancora lo scorso 23 settembre sul sito del Comune, specificando che l’obiettivo era quello di ascoltare le istanze dei cittadini, degli operatori sanitari e di tutte le organizzazioni e associazioni che operano in quest’ambito. Ora il consiglio comunale non è più aperto. È una scelta gravissima, tanto più se dovuta all’ingerenza della Regione che mina l’autonomia dello stesso Consiglio, alla quale il Comune si è allineato, dimostrando come l’amministrazione maceratese sia sotto tutela".
È durissimo il giudizio di Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil, sulla variazione dello svolgimento della seduta del consiglio nell’aula sinodale il prossimo 4 ottobre. "Avevo già preparato un mio intervento come contributo alla discussione. È evidente la volontà di evitare un reale confronto. Il centrodestra governa la Regione, la Provincia e la maggior parte dei Comuni, ma non riesce a prendersi responsabilità", evidenzia. La variazione è stata trasmessa ieri ai consiglieri dal presidente dell’assise, Francesco Luciani. "Comunico – ha scritto Luciani – che a seguito di decisione adottata a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo, il Consiglio, come precedentemente convocato, non si svolgerà più nella forma aperta di cui all’articolo 19 del regolamento, ma con l’audizione dei seguenti soggetti indicati dalla Regione Marche…". Non un Consiglio aperto, dunque, ma un’audizione, come aveva sottolineato Francesco Massi, segretario generale del Comune, durante la conferenza dei capigruppo. "Una cosa mai successa prima", tuona il capogruppo del Pd, Narciso Ricotta. "In ogni caso la comunicazione conferma due cose: che la seduta non sarà più aperta, e questo perché così ha voluto la Regione. Incredibile". "Ritengo sia stato fatto un gravissimo errore. Su questioni di grandissima importanza, il confronto e la partecipazione dei cittadini sono decisivi, la democrazia si costruisce dal basso", afferma Romano Mari, presidente dell’Ordine dei medici di Macerata, ma anche – ricorda – presidente emerito del consiglio comunale di Macerata. "Prima – continua – eravamo stati invitati e avremmo partecipato a questa seduta aperta che non a caso è stata convocata nell’Aula Sinodale, visto che questa può ospitare alcune centinaia di persone. L’avremmo fatto con il nostro segretario, Sauro Buongarzone, per parlare di come cambia il concetto di salute, della transizione demografica che porta con sé un aumento della cronicità, della necessità di potenziare la rete socio sanitaria, del vecchio e del nuovo ospedale e tanto altro".
"Ora – prosegue – siamo chiamati adessere semplici spettatori. E mi chiedo a cosa serva lo spazio dell’Aula Sinodale per una seduta che è di sola audizione. C’è stato uno strozzamento del dibattito, riducendo i cittadini a soggetti passivi. Un vero peccato". Intervengono anche i giovani del Pd. "Organizzare un consiglio comunale in un orario così scomodo e a microfoni spenti, annullando la partecipazione, evidenzia come l’obiettivo ultimo sia quello di evitare domande scomode e di portare in sala solo chi è già in sintonia con la maggioranza".