Nonna Peppina funerale, l’ultima lezione: "Mai perdersi davanti alle difficoltà"

La figlia Gabriella: "Scusami mamma, solo ora capisco che volevi restare perché qui c’era la tua vita"

I funerali di nonna Peppina, simbolo del terremoto delle Marche

I funerali di nonna Peppina, simbolo del terremoto delle Marche

Macerata, 21 novembre 2021 - "Ciascuno ha il diritto di nascere, vivere e morire dove vuole". Lo ha detto Gabriella Turchetti al funerale della madre, Giuseppa Fattori, nota a tutti come nonna Peppina, il simbolo dei terremotati, morta venerdì mattina a pochi giorni dal 99esimo compleanno. "Non aveva il diritto di emigrare, ma di restare nei suoi luoghi, anche quando si scatena la forza della natura". Era una donna forte, nonna Peppina, che nemmeno il terremoto ha piegato: lei voleva tornare nella sua casa, tra le montagne, in quei luoghi dove c’erano tutta la sua vita, i suoi ricordi e dove le bastava un niente perché i momenti del passato fossero sempre più vivi. Al funerale, i fedeli ascoltano in silenzio le parole della figlia Gabriella, che chiede scusa alla madre, perché inizialmente non capiva la sua scelta dopo il terremoto di tornare a Moreggini, la località di San Martino di Fiastra.

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"Lei – dice con le lacrime – ci ha fatto arrabbiare. Io ho cercato di accudirla nella maniera migliore possibile, le ho voluto un bene immenso, sono stata custode dei suoi sentimenti, ma lei ostinatamente e contro la mia volontà è voluta tornare a casa. Allora non capivo la sua scelta. Anzi, la consideravo uno sfregio alla mia dedizione, un’ingratitudine. Mamma, non avevo capito". Nonna Peppina ha lottato perché voleva tornare in quella casetta di legno nei pressi della sua abitazione a Moreggini, la località di San Martino (frazione di Fiastra), distrutta dal terremoto del 2016.

Sulle spalle di nonna Peppina c’erano quasi 99 anni vissuti intensamente, nei quali aveva attraversato momenti dolorosi, ma era sempre riuscita a superarli, a rialzarsi e ad affrontare la vita col sorriso a illuminarle il volto. "Sono mamme forti – ha detto Gabriella riferendosi alle tante donne di quell’età –, sono passate attraverso la tribolazione della guerra, hanno conosciuto la povertà, la miseria, ma sono riuscite sempre a rinascere proprio come mia madre. Lei ha perso due figli, ha vissuto la guerra, la malattia, la morte del marito e ultimamente il terremoto, ma si era sempre rialzata".

Nonna Peppina ha sfiorato quasi un secolo di vita. "Aveva tanti anni, ma aveva anche tanta vita dentro: ecco il suo insegnamento più grande". Nell’ultimo periodo si è come lasciata andare. "Se ne è andata – dice la figlia –, perché sentiva che i suoi anni si stavano vuotando, non aveva più il desiderio di rimanere. Buon viaggio, mamma; buon viaggio a tutte le mamme che se ne sono andate dopo il terremoto". Poi la bara di nonna Peppina esce dalla chiesa del beato Ugolino, illuminata dai raggi del sole, a due passi dal lago di Fiastra, circondata dagli amati boschi e dall’affetto dei familiari, conoscenti, di tante persone che hanno apprezzato la forza.