Omicidio di Pamela Mastropietro, sul corpo il dna di Oseghale

Svolta nelle indagini dopo gli accertamenti del Ris. Nuovo sopralluogo nella casa

Innocent Oseghale e nel riquadro la sua vittima Pamela Mastropietro

Innocent Oseghale e nel riquadro la sua vittima Pamela Mastropietro

Macerata, 11 marzo 2018 - Il Dna di Innocent Oseghale è stato trovato sul corpo di Pamela Mastropietro. È uno dei pochi dati che trapelano dagli accertamenti condotti dal Ris sul corpo della diciottenne, uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio. Chi si è accanito sul corpo della ragazza, l’ha sottoposta poi a un lavaggio meticoloso: i tagli e le mutilazioni fatte al corpo, a quanto sembra, sarebbero legate proprio alla necessità di immergere ogni parte nella candeggina. Ma malgrado questo trattamento, crudele e inumano, i medici legali e i carabinieri specializzati nelle analisi scientifiche hanno trovato due tracce di materiale biologico su di lei. Da quelle tracce sono stati poi estratti due dna diversi: uno coincide con quello del tassista che avrebbe passato parte del pomeriggio del 29 con lei, e l’altro a Oseghale. Dunque, si apre un baratro sotto al nigeriano, che aveva sostenuto di averla accompagnata a casa, averla vista sentirsi male per l’eroina ed essere fuggito. Ma le indagini non sono chiuse. Campioni di dna continuano a essere prelevati ad altri immigrati. E martedì pomeriggio i carabinieri torneranno in via Spalato, per misurare con precisione le mattonelle dell’appartamento in cui abitava Oseghale.

La procura ha nominato anche un geometra per questo accertamento, segno che serve una misurazione particolarmente precisa. Lo scopo di questo controllo non si conosce. Si sa però che nel telefono di Awelima è stata trovata una foto datata al 22 gennaio. Si tratta di una immagine ritenuta significativa, perché l’oggetto era un etto circa di una sostanza ritenuta eroina dal tossicologo forense Rino Froldi, in una stanza con mattonelle simili a quella della casa in via Spalato. Questo potrebbe volere dire che non è vero che Awelima Lucky non ha mai messo piede nella mansarda, come ha sempre detto lui. Non sarebbe neanche vero che Oseghale non spacciasse eroina, tanto che quando Pamela gliela aveva chiesta, si era dovuto rivolgere al connazionale Lucky Desmond per rimediargliela.

Da quella foto, il procuratore capo Giovanni Giorgio e il sostituto Stefania Ciccioli – che coordinano le indagini – potrebbero desumere che i due si conoscevano e spacciavano insieme: su questo Awelima e Oseghale saranno interrogati la settimana prossima dagli inquirenti.

Intanto, neppure ieri il tribunale del riesame di Ancona ha fatto sapere nulla sulla richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati Gianfranco Borgani e Giuseppe Lupi per Desmond e Awelima. Il fatto che i giudici non abbiamo avuto urgenza di fare conoscere la decisione, potrebbe fare immaginare che il ricorso sia stato respinto, ma per averne la certezza bisognerà attendere almeno fino a domani. Sia l’avvocato Borgani che anche gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi – gli ultimi due assistono Oseghale – si stanno muovendo anche con dei periti per fare luce su tale vicenda.  

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