Pedone investito sulle strisce, conducente patteggia dieci mesi

L’incidente era avvenuto lungo la statale. L’imputato andava a velocità ridotta, ma la luce dell’imbrunire aveva limitato la visibilità

Accusato di omicidio colposo per aver investito un pedone, morto un anno dopo l’incidente, ha patteggiato la pena di dieci mesi e venti giorni il potentino 47enne Alessandro Bertè.

L’episodio era avvenuto il primo marzo del 2020. Un 57enne civitanovese, Luigi Marasco, stava attraversando la strada sulla Statale all’altezza dell’incrocio con via IV Marine, sulle strisce pedonali, quando era sopraggiunto un furgone condotto da Berté che lo aveva urtato. Il civitanovese era stato subito soccorso e portato ad Ancona in eliambulanza, in coma. E purtroppo un anno dopo era morto. Da qui l’accusa per il conducente del mezzo che l’aveva urtato, passata da lesioni colpose a omicidio colposo.

Ieri mattina sull’episodio si è tenuta l’udienza preliminare in tribunale, davanti al giudice Giovanni Manzoni. L’avvocato Mauro Morresi ha fatto presente, come accertato dalle indagini, che l’imputato non aveva bevuto né assunto sostanze, che guidava a una velocità molto ridotta, che si era immediatamente fermato non appena aveva urtato il pedone, e infatti non erano state rilevate tracce di frenata prima delle strisce pedonali. Inoltre ha rilevato che in quel periodo dell’anno alle 18, quando si era verificato l’incidente, la luce è molto incerta e la visibilità ridotta, e questo aveva contribuito al fatto che troppo tardi il conducente si potesse accorgere dell’uomo che attraversava la strada. Infine il difensore ha documentato che tutti i familiari della vittima sono stati già risarciti dall’assicurazione.

Alla luce di tutti questi elementi, il difensore ha chiesto di pattteggiare la pena concordata con il pubblico ministero Enrico Riccioni a dieci e venti giorni, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Per il 47enne però, come da prassi in questi casi, scattererà la sospensione della patente per un anno.