ANTONIO TUBALDI
Cronaca

Piazza intitolata a Ramelli. Le critiche del presidente Anpi

L’Anpi di Recanati, per voce del suo presidente Sandro Apis (nella foto), esprime forti perplessità sulla proposta di intitolare una...

L’Anpi di Recanati, per voce del suo presidente Sandro Apis (nella foto), esprime forti perplessità sulla proposta di intitolare una...

L’Anpi di Recanati, per voce del suo presidente Sandro Apis (nella foto), esprime forti perplessità sulla proposta di intitolare una...

L’Anpi di Recanati, per voce del suo presidente Sandro Apis (nella foto), esprime forti perplessità sulla proposta di intitolare una via o una piazza cittadina a Sergio Ramelli che sarà discussa nei prossimi giorni dalla Commissione Cultura con procedura d’urgenza. L’associazione contesta sia l’urgenza del provvedimento sia la sua finalità civica sottolineando come Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù di ispirazione neofascista, sebbene vittima di una brutale aggressione politica nel 1975, non rappresenti un modello coerente con i valori democratici e costituzionali. Pur condannando ogni forma di violenza politica, l’Anpi ribadisce che l’intitolazione di uno spazio pubblico dovrebbe celebrare figure capaci di promuovere ideali positivi e condivisi.

"Non basta essere vittime per meritare l’onore di un’intitolazione – scrive Apis – altrimenti i nomi sarebbero purtroppo innumerevoli". L’associazione chiede quindi alla Commissione Cultura di chiarire quali ideali e finalità democratiche si intendano promuovere con questa scelta avvertendo che, in assenza di motivazioni solide, si rischia di alimentare revisionismi storici. A intervenire è anche l’ex assessore alla cultura Rita Soccio che ricorda come l’intitolazione di una via o piazza debba essere un momento di unità e festa per l’intera comunità, non di divisione. "Uno spazio pubblico appartiene a tutti – scrive – e intestarne uno significa costruire una memoria condivisa, non imporre scelte controverse che rischiano di acuire le contrapposizioni". Soccio invita l’amministrazione a favorire il dialogo e l’inclusione, sottolineando che "la memoria comune non si impone, si costruisce insieme".

Antonio Tubaldi