Pochi lavoratori tra un decennio

Nelle Marche, calo del 12,39% di lavoratori entro il 2034, superiore alla media nazionale. Emergenza occupazione e impatto negativo sulle imprese previsti.

Pochi lavoratori tra un decennio

Pochi lavoratori tra un decennio

Entro i prossimi dieci anni il numero delle persone in età lavorativa (15-64 anni) nelle Marche passerà da 963.429, rilevate al primo gennaio di quest’anno, a 844.112 al primo gennaio 2034: un calo del 12,39%, ben più marcato della media italiana (- 8,1%). E’ uno dei dati peggiori tra le venti regioni italiane, che vede la nostra al sesto posto dopo Basilicata (-14,56%), Sardegna (14,17%), Sicilia (- 12,80%), Calabria (12,73%) e Molise (-12,69%). In questo contesto, nella provincia di Macerata i potenziali lavoratori passeranno dai 186.715 di inizio 2034 ai 169.605 di inizio 2034: 17.110 in meno, un calo del 9,16%, superiore alla media nazionale, ma inferiore a quello delle province di Ascoli (-19,56%, seconda solo ad Agrigento) e Ancona (- 15,59%). Vanno meglio, invece, Fermo (-8,69%) e Pesaro Urbino (-7,75%). E’ quanto emerge da un’indagine dell’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati Istat e parla apertamente di emergenza occupazione. "Se alla recessione demografica aggiungiamo l’instabilità geopolitica, la transizione energetica e digitale - evidenzia la Cgia - le nostre imprese sono destinate a subire dei contraccolpi spaventosi. La difficoltà, ad esempio, di trovare giovani lavoratori da inserire nelle aziende artigiane, commerciali o industriali è avvertita già in questo momento, figuriamoci fra qualche decennio". Si potrebbe cercare di fare qualcosa, ma chi spera in una inversione del trend demografico rischia di rimanere deluso. "Purtroppo, non ci sono misure in grado di cambiare segno a questo fenomeno in tempi ragionevolmente brevi. E nemmeno il ricorso agli stranieri potrà ’risolvere’ la situazione. Pertanto, dobbiamo rassegnarci a un progressivo rallentamento, anche del Pil". Si aggiunga che "una società con meno giovani e più anziani dovrà fronteggiare un’impennata della spesa previdenziale".