MARTA PALAZZINI
Cronaca

Profilo hackerato, il racconto di Stefano Casulli: "Così mi hanno rubato l’identità"

Intervista al giovane maceratese a cui sono stati violati gli account Facebook e Instagram: "Mi hanno detto tardi delle foto con didascalie in arabo"

Un hacker (foto generica) e Stefano Casulli a destra

Macerata, 19 novembre 2019 - «Così sono stato hackerato». Stefano Casulli è uno dei ragazzi maceratesi a cui è stato violato, giovedì scorso, il profilo sui social network Facebook e Instagram. Al momento, il ragazzo non può avere accesso alle sue pagine sui social: ha perso quindi tutti i contatti, le fotografie e le informazioni. Per il mondo digitale Stefano Casulli non esiste più. Ha dovuto, perciò, provvedere alla creazione di suoi nuovi profili personali.  

Come si è reso conto di essere stato hackerato? «Alle 15 di giovedì, Facebook mi ha inviato una mail, mettendomi a conoscenza di un accesso anomalo alla mia pagina: purtroppo non l’ho vista subito, ero al lavoro. E non ho potuto nemmeno rendermi conto personalmente della violazione: non sono entrato sui social. Quindi mi sono accorto soltanto in serata di ciò che mi era successo. Fb non mi faceva più accedere, dicendomi che avevo violato le norme della piattaforma. Così ho chiesto ad altri miei amici se fosse successa la stessa cosa, ma nessuno di loro aveva riscontrato i problemi».  

I suoi amici hanno visto i post sulla sua pagina? «Sì, mi hanno detto che poco dopo le 15, sul mio profilo erano comparse foto e didascalie in arabo, che inneggiavano l’Isis. Così, ho contattato la polizia postale e abbiamo fatto denuncia di hackeraggio del profilo, chiedendo a Facebook la restituzione dell’account insieme all’ispettore Raffaele Daniele. Mi ha stupito, però, che nessuno mi abbia contattato immediatamente, era evidente che qui non si trattava di uno scherzo: avrei potuto bloccare subito l’accesso anomalo».  

Come dovrà procedere? «Ora la denuncia dovrà passare in Procura e poi arriverà a Facebook. In Italia, però, non ci sono call center da contattare, quindi è più difficile che in altri Paesi: speriamo che Facebook analizzi il caso specifico e mi restituisca presto l’account social».  

Com’è stato vivere per un pomeriggio senza i social network? «Non sono uno di quelli che passa le ore sui social network, ma il disservizio resta enorme: è stata fatta tabula rasa della mia storia, gestivo delle pagine, avevo foto, post, ricordi e ho perso tutti i contatti. Di tutto quello non resta più niente. Ora ho aperto una nuova pagina, ma è come se fossi sbarcato adesso sui social network».  

È stato più vulnerabile di altri. Aveva una password semplice? «Facebook stesso, appena la impostai, mi disse che il livello di protezione dell’account era medio alto: insomma, non avevo messo la mia data di nascita. Quindi non so se sono stato più vulnerabile per altri aspetti, certo è che dall’altra parte ci sono sistemi informatici molto avanzati. Nel giro di pochi minuti, Facebook di default, vedendo quei contenuti, mi ha bloccato tutto».