LUCA FIORUCCI
Cronaca

Ergastolo a Oseghale: "Sentenza giusta, ma altri mostri sono in giro"

La mamma di Pamela: "È un verdetto che mi dà un po’ di sollievo, adesso vogliamo i complici". Applausi in un aula dopo la condanna

"Sentenza giusta, ma altri mostri sono in giro"

"Sentenza giusta, ma altri mostri sono in giro"

Macerata, 23 febbraio 2023 – Sorride Alessandra Verni, guarda in cielo, e sorride. Intorno le amiche di Pamela, arrivate a Perugia con gli striscioni che hanno accompagnato le udienze anche del processo di appello bis a carico di Innocent Oseghale, battono le mani e scandiscono il nome di Pamela. La tensione si è sciolta alla lettura della sentenza che ha confermato l’ergastolo per il nigeriano, già condannato in via definitiva per il delitto, e ieri ritenuto responsabile, dai giudici di secondo grado di Perugia, anche del reato di violenza sessuale.

Ipotesi per la quale, la Cassazione aveva rinviato gli atti della sentenza emessa dalla Corte d’appello di Ancona. Sentenza condivisa e confermata dai colleghi umbri. Oseghale ieri non era in aula, lo aveva detto, a domanda del presidente della Corte, Paolo Micheli, che non ci sarebbe stato e così è stato. Uscendo, a fine dell’udienza di un mese fa dall’aula, aveva avuto un acceso confronto con Alessandra Verni che lo avrebbe voluto presente: "Gli imputati dovrebbero starci in aula a sentire la sentenza". L’applauso che ha accolto le parole del presidente è il gesto di liberazione di una madre e di un padre, di un gruppo di amici, che temevano che per Pamela ci fosse una giustizia solo parziale. La sentenza di ieri dice il contrario, manca ancora la Cassazione a cui la difesa ha già annunciato di ricorrere. "Oggi ci godiamo questo momento anche se sappiamo che non è ancora finita, è stato aggiunto un altro doloroso tassello, ma è andata come doveva andare. Eravamo convinti delle nostre tesi", commenta l’avvocato Marco Valerio Verni, che ha assistito la madre, ma che è anche lo zio di Pamela. Ma per Alessandra sulla morte della figlia non tutto è stato chiarito, manca qualcosa. Anzi qualcuno, secondo la donna, "altri mostri che sono là fuori" di cui, dice, negli atti ci sono le prove. "Sentenza giusta, nessuno sconto di pena. E adesso vogliamo gli altri", commenta ancora nell’aula Goretti del tribunale. "Ho confidato nei giudici di Perugia, nella loro umanità, hanno visto le carte" e su questo deciso. "È una sentenza che mi dà un po’ di sollievo", aggiunge ancora, mostrando una maglietta rosa con la foto sorridente della figlia. Una maglietta del tutto diversa da quella terribilmente drammatica che aveva indossato per l’altra udienza, con il corpo della figlia mutilato e sezionato. È la stessa che indossa anche la nonna Giovanna, arrivata in aula per sentire gli ultimi attimi della discussione delle parti e pronta a tornare a portare di nuovo un saluto sulla tomba della nipote. "Siamo molto felici e orgogliosi di questa sentenza. Spero con tutto il cuore che venga confermata anche in Cassazione, ce lo auguriamo io e la madre soprattutto", commenta Stefano, il padre di Pamela.

"Ho provato una grande gioia alla lettura della sentenza", aggiunge con un filo di voce, tra una telefonata e l’altra di conoscenti e amici. Le ragazze che sono arrivate a Perugia sono ansiose di ripartire per tornare a Roma. Ci sono altri amici che attendono loro e i familiari in piazza Re di Roma, dove si riuniva, e si riunisce, la compagnia di Pamela e dove ieri sera era previsto che si ritrovasse ancora. "Festeggiamo un pochino".