Facebook contro Sgarbi, no al risarcimento

Opere d’arte censurate, il colosso Usa si costituirà in tribunale dopo la richiesta di danni

L’avvocato Cicconi con Vittorio Sgarbi, che ha chiesto i danni a Facebook

L’avvocato Cicconi con Vittorio Sgarbi, che ha chiesto i danni a Facebook

Macerata, 5 ottobre 2019 - Il colosso americano Facebook – un’azienda che fattura 40 miliardi di dollari e ha creato e diffuso nel mondo il concetto di social network – si costituirà in tribunale, a Macerata, per la richiesta di risarcimento ricevuta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.

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La questione riguarda alcuni post pubblicati da Sgarbi a partire dal 2015 e censurati dal social. Le politiche aziendali, infatti, non consentono di diffondere immagini ritenute pornografiche o in qualche modo offensive della moralità. Ma nel caso di Sgarbi, non si trattava di scatti hot, bensì di opere d’arte celeberrime: ad esempio L’origine du monde di Coubert, che mostra una donna completamente nuda, oppure il gruppo scultoreo Amore e Psiche di Canova, o ancora uno scatto di nudi maschili del fotografo tedesco Von Gloeden.

Queste immagini erano state pubblicate da Sgarbi in occasione di alcune mostre curate da lui in varie zone, e il fatto che i post fossero stati cancellati aveva dunque comportato un danno per il critico, che non le aveva potute pubblicizzare come avrebbe voluto e potuto. In un caso, la pagina Facebook che aveva ospitato l’immagine ritenuta troppo audace era stata congelata per giorni, e dato che si trattava della pagina della società Canova, presieduta da Sgarbi, il danno era stato ancora maggiore, oltre che incomprensibile. Le prime volte, Sgarbi ha soprasseduto. Poi però, dopo l’oscuramento della foto di Von Gloeden, si è risentito, anche per la possibile venatura di omofobia che era leggibile in quella censura in particolare, e ha deciso di non poter consentire che gli algoritmi studiati da una società americana potessero intervenire in maniera così potente sulla comunicazione in materia di arte, in Italia e in Europa.

Così è partita la procedura di mediazione con la richiesta di risarcimento di un milione di euro. L’avvocato Giampaolo Cicconi ha chiamato al tribunale di Macerata – perché Sgarbi ha la residenza a San Severino – sia Facebook Italy srl, sia Facebook Inc con sede a Dublino, in Irlanda, competente anche per le questioni italiane. E il colosso Usa ha risposto, sia attraverso la società italiana che con quella irlandese. Per loro conto l’avvocato Filippo Frigerio di Milano ha chiesto al mediatore, l’avvocato Francesco Governatori, un rinvio dell’udienza fissata a lunedì, per poter approntare la documentazione e la difesa. La società potrebbe sollevare questioni procedurali, sulla competenza e la giurisdizione, ma è certo significativo il fatto che abbiano deciso di prendere parte nel procedimento.