ANDREA SCOPPA
Cronaca

"Si balla ovunque, ma non nelle discoteche"

Il divieto non cade, la rabbia dei titolari: "Siamo fermi da 18 mesi e ancora è colpa nostra? Per il calcio si è festeggiato eccome"

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di Andrea Scoppa

È un coro di proteste quello che giunge dai creatori e gestori del divertimento notturno dopo la decisione del governo, presa giovedì, di non consentire il ballo in discoteca per tutta l’estate. Niente danze sotto le stelle, insomma, nemmeno se si è in possesso del Green pass. Una botta tremenda per i titolari dei locali, che a causa di questo divieto, vedono crollare speranze e soprattutto fatturato. È vero che il governo ha stanziato 20 milioni di euro per la categoria sotto forma di ristori, ma la cosa non consola affatto. Anzi, questo ennesimo no si abbatte in particolare su Civitanova, diventata da qualche anno la Riccione delle Marche (anche se il volume di presenze serali continua a essere altissimo e a creare polemiche), così abbiamo sentito Licio Cesetti dello staff "Movimenti notturni", attivo anche alla discoteca Shada; Nicola Della Valle, responsabile dello chalet Cala Maretto, dove si realizzano belle feste il lunedì, e infine Simona Melonari del Divine Follie. "Da diciotto mesi siamo chiusi e la colpa è ancora delle discoteche?" Così esordisce Cesetti, che poi sfoga la rabbia mista a sarcasmo su un altro aspetto. "Da anni ormai organizzo le cene-spettacolo, nelle quali si canta da seduti – dice –, quindi il divieto di ballare mi danneggia poco. Tuttavia, non posso non dire che così si finisce per rafforzare le discoteche abusive. Ballano tutti, anche sul lungomare di Civitanova, tranne chi ha davvero la licenza rilasciata dalla questura. Si balla dove non si potrebbe, è come se un tabaccaio iniziasse a vendere medicine e invece si rischia il penale. Che almeno ci siano i controlli, veri". Della Valle è dello stesso parere. "Se si punta sulla vaccinazione e ci dicono che con due somministrazioni (vaccino e richiamo) non si corre il rischio di contagiarsi, né di contagiare – chiede –, per quale motivo non dovrebbero entrare e ballare delle persone che hanno fatto le due dosi? I ristori non ci riguarderanno, perché non siamo tecnicamente una discoteca, qui proponiamo delle cene-spettacolo. I numeri il lunedì sono rimasti alti, però ci manca la quantità di persone che entrava dopo, più tardi, proprio perché voleva ballare". "Rischiamo di perdere molto a livello di incassi", ammette Della Valle. Per Simona Melonari, del dancing "Divine Follie", una brutta sorpresa che somma il danno e la beffa. "Non me lo aspettavo, in tanti pensavamo che ci avrebbero fatto riaprire – spiega –. Se col Green pass non fanno ballare, mi chiedo cosa c’è dietro questo divieto? Per il calcio invece è stato possibile festeggiare, eccome". "Sì parla di 20 milioni di ristori, ma a giudicare dagli spiccioli avuti in passato ci credo poco, purtroppo il danno economico è alto – dice ancora –. Si poteva almeno fare ripartire le discoteche con una capienza ridotta, così è tutto assurdo. Tanto più per chi, come me, ha un target adulto. Qui si balla il liscio e la maggior parte delle coppie hanno già fatto la doppia dose e sono anche composte da marito e moglie. Qui non si può ballare, ma nelle scuole di danza sì. Non è libertà questa, è la libertà che vogliono loro, non quella vera".