
Sputo in faccia mentre torna a casa La notte da incubo di una dottoranda
"Nessuno mi aveva mai sputato in faccia prima d’ora, volutamente, con ribrezzo. È successo, ieri sera, mentre tornavo verso casa con una mia amica, dopo una bella serata trascorsa a ballare musiche da tutto il mondo con belle persone da tutto il mondo. Un uomo, sconosciuto, camminava in senso opposto, ci è passato accanto, si è voltato verso di me e ha preso la mira". Con queste parole affidate alla sua pagina Facebook, la dottoranda maceratese Rebecca Marconi racconta quanto le è capitato nella notte tra sabato e domenica a Bruxelles, dove si trova per un periodo di mobilità nell’ambito del dottorato che sta svolgendo alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata. Marconi dice di "voler sottolineare non tanto il gesto in sé, quanto la condizione di perenne impotenza in cui le donne sono costrette a vivere. Un senso di impotenza che a volte non viene percepito all’esterno". "Con un’amica – racconta – stavamo tornando da una serata in un bar, attorno alle due di notte, quando abbiamo incrociato questo uomo. Non so di quale nazionalità fosse, aveva il volto coperto. Prima ci ha fissate, poi ha tirato giù la sciarpa, ha preso la mira e con forza mi ha sputato su un occhio". A quel punto Marconi ha reagito, ha gridato contro l’uomo: "Forse non si aspettava la mia reazione, la mia amica si è accorta che stava tornando indietro. La prima cosa che mi sono chiesta è se valeva la pena reagire. Per fortuna si è creata una situazione di solidarietà nei nostri confronti: alcune persone che mi avevano sentito gridare si sono avvicinate a noi, altre all’uomo che mi aveva sputato". La cosa è finita lì, ma alla dottoranda resta la rabbia per quanto accaduto. "Ancora una volta – dice Marconi (nella foto) – nonostante tutto le donne si trovano in condizioni subalterne e rischi di non essere più sicura neanche di te stessa. Lo choc passa, ma la rabbia resta ed è dovuta a una condizione di perenne e costante impotenza, che può scomparire laddove c’è una comunità attorno pronta a utilizzare parole e comportamenti diversi. Comincia tutto da noi e da un cambiamento dell’idea del ruolo della donna".