PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Stupro alla festa a Macerata, i messaggi alla vittima: "Usciamo per un aperitivo?"

Il professore arrestato avrebbe contattato la donna mesi dopo aver abusato di lei. La 35enne anconetana ha così deciso di denunciare tutto

Due uomini sono stati arrestati per lo stupro alla festa

Due uomini sono stati arrestati per lo stupro alla festa

Macerata, 8 febbraio 2022 - "Sei arrabbiata? Usciamo per un aperitivo dai..". Meno di tre mesi dopo lo stupro di gruppo subito il 24 aprile a Porto Recanati, la 35enne di Ancona sarebbe stata di nuovo contattata con una serie di messaggi dall’uomo che avrebbe abusato di lei. E proprio quei messaggi, insieme al fatto che l’altro presunto complice aveva iniziato ad andare a trovarla sul posto di lavoro, hanno spinto la donna a denunciare tutto, facendo i nomi di chi le avrebbe fatto del male.

E dopo la sua denuncia, giovedì scorso sono finiti in carcere Osvaldo Iannuzzi, insegnante 44enne, e Giuseppe Padalino, 52enne muratore, entrambi residenti a Porto Recanati. Loro però assicurano che non ci sia mai stata alcuna violenza. Il fatto sarebbe avvenuto il pomeriggio del 24 aprile. La donna era stata invitata da un conoscente a casa, a Porto Recanati, per una festa con altre persone. Il pomeriggio sarebbe trascorso tra vino e cocaina, soprattutto per gli altri. Finito il vino, Iannuzzi avrebbe proposto di andare a casa sua a prenderlo coinvolgendo Padalino e un’altra persona. Così avrebbe chiesto alla donna di guidare, visto che lei non aveva praticamente toccato vino e cocaina. Arrivati nell’appartamento del professore, però, gli altri due l’avrebbero bloccata sul letto e Iannuzzi l’avrebbe violentata.

Tornata a casa, la donna aveva chiesto aiuto a un amico e due giorni dopo era stata accompagnata all’ospedale di Ancona. Dalla visita, erano emersi alcuni segni e una dolorabilità al braccio, oltre alle lesioni causate dal rapporto sessuale. In questura però, la 35enne non aveva voluto fare i nomi, spaventata dalle minacce: Iannuzzi aveva fatto riferimento al fatto di conoscere i suoi familiari, e le aveva ordinato di stare zitta. Ma quando poi Padalino si sarebbe ripresentato da lei, a maggio, e il professore le aveva inviato i messaggi, a luglio, la donna aveva deciso che doveva fare qualcosa e aveva chiesto aiuto. E giovedì scorso, come disposto dal giudice per le indagini preliminari di Macerata Claudio Bonifazi, i due uomini sono finiti in carcere.

Difesi dagli avvocati Luca Froldi, Giuseppe Lupi e Maurizio Ballarini, gli indagati negano tutto e assicurano che non ci sia stata mai alcuna violenza sulla 35enne. "Ne ho passate tante nella mia vita – ha detto la donna agli agenti –, ma questa cosa mi ha tolto la volontà su me stessa. Lui mi ha fatto una cosa su cui io non potevo fare nulla, ho perso il filo su tutto, nel rapporto con i miei familiari, nel lavoro e nel resto. Non ce la faccio a riprendere la vita normale. Non dormo e se dormo ho incubi allucinanti. Quando la sera sono sola al lavoro e devo uscire ho paura. Non sto bene. E sono preoccupata per le persone che mi sono accanto".

Le indagini sono ancora in corso. Gli agenti della Squadra mobile di Macerata e di Ancona ora dovranno rintracciare le altre persone presenti alla festa per sentire le loro versioni, e soprattutto dovranno capire chi sarebbe il terzo uomo.