Troppa frenesia, una pausa al ’Café Royal’

A ’Macerata Racconta’ Marco Balzano presenta il suo ultimo libro: "Trascuriamo gli altri e finiamo in una gabbia di solitudine"

Troppa frenesia, una pausa al ’Café Royal’

Troppa frenesia, una pausa al ’Café Royal’

Lo scrittore Marco Balzano si fa in due per Macerata Racconta: domani sarà ospite alle 18.30 nell’auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti dove parlerà del suo ultimo libro “Café Royal“ e alle 11 di venerdì incontrerà a Recanati gli studenti del classico e linguistico. Dopo l’assaggio di ieri, da domani il Festival letterario partirà a tutto gas soffermandosi sugli errori, il tema che lega gli ospiti di questa edizione.

Balzano, come si inserisce l’errore nel suo ultimo libro?

"Si inserisce nell’idea che molto spesso siamo così presi dal vivere che non ci ricordiamo che stiamo vivendo, questo ci porta a trascurare gli altri e a finire in una gabbia di solitudine. Questi personaggi sono così presi dalle loro cose da fare - lavoro, famiglia e figli - che si dimenticano di fare manutenzione degli affetti, di osservare se le persone più importanti della loro vita li conoscono per quello che sono diventati".

Quanto è stata importante per questo libro la capacità di ascoltare per captare desideri, speranze, luci, ombre delle vite altrui che s’incontrano in un Café?

"Tantissimo, più di qualsiasi altro libro. C’era bisogno di un punto di osservazione e ho immaginato il bar che sono le ultime piazze reali mentre quelle vere e proprie sono state sostituite dalle piattaforme social. Il bar è il luogo di osservazione dell’altro dove è possibile guardare con attenzione chi ha ambizioni, desideri, frustrazioni, obiettivi, spiegazioni differenti dalle proprie".

Lei dà voce anche alle donne, come si sviluppa questo rapporto con una protagonista di sesso opposto e farne propri i suoi orizzonti e visioni?

"In “Cafè Royal“ si parte da una liceale fino a una maestra di 80 anni. Lo scrittore, a parte quelli interessati all’autobiografismo, deve avere la capacità di vestire i panni e impossessarsi delle sorti degli altri, ho sempre cercato di interessarmi di personaggi femminili come ho fatto nel libro “Quando tornerò“ in cui ci sono figure centrali che reggono la società ma che sono come silenziate. Ecco, se si desidera toccare i punti più nevralgici è necessario raccontare storie di chi è in fondo alla scala sociale".

È difficile mettersi davanti a un foglio bianco senza lasciarsi condizionare dal successo dei libri precedenti e dalle aspettative dei lettori?

"Sto male se sento di replicarmi e ne risente anche la vena creativa. Questo è stato un libro dalla lunga incubazione, in cui c’è un’altalena di sentimenti, di solitudini, di girandole di vite radicate nel presente post pandemico. Il libro è stato accolto molto bene, ho un pubblico fidelizzato che mi è venuto dietro".

Lei ama Leopardi e anni fa una sua tesi ha vinto il premio indetto dal Centro nazionale di studi leopardiani, cosa ha di così speciale il poeta recanatese da averla affascinata?

"Non è solo un poeta, ma è il più importante filosofo italiano di una modernità filosofica e sociologica straordinaria. Su Leopardi c’è ancora tanto da dire".

Venerdì incontrerà i liceali recanatesi, cosa si pone di seminare nei giovani con questo dialogo?

"A me piace incontrare gli studenti e lasciarmi guidare da loro, dalla loro sensibilità, curiosità, da come hanno interpretato il libro. È l’unica cosa che mi propongo e ha sempre funzionato".

Ecco alcuni appuntamenti di domani: Adrian Bravi parlerà del libro "Adelaida" alle 17 alla biblioteca Mozzi Borgetti; alla stessa ora incontro con Ilaria Prada, autrice di "La boutique dei ricordi" agli Antichi forni dove alle 19 saranno ospiti le scrittrici Edoarda Montanari e Laura Pisani; alle 21.15 alla Filarmonica ci saranno Piero Martin e Marino Sinibaldi.

Lorenzo Monachesi