
di Paola Pagnanelli
Per l’accusa di truffa all’Asur, si aperto ieri il processo al sindaco di Montelupone Rolando Pecora. I fatti finiti all’esame del tribunale sarebbero avvenuti tra il 5 ottobre 2015 e il 27 dicembre 2016. Secondo l’accusa Pecora, primario facente funzioni nel reparto di pediatria di Civitanova, avrebbe falsificato i documenti che attestavano la sua presenza in ospedale, registrandosi in servizio a Civitanova o a Recanati quando invece sarebbe stato altrove, e cioè al municipio di Montelupone, Comune di cui era stato eletto sindaco. In questo modo, per l’accusa, avrebbe percepito ingiustamente lo stipendio dall’Asur: secondo i calcoli fatti dalla procura sulla base degli accertamenti della Guardia di finanza, tenendo conto delle ore in cui il pediatra avrebbe dovuto essere in servizio e invece non c’era avrebbe percepito ingiustamente circa 15mila euro netti.
Da qui appunto l’accusa di truffa, mossa nei suoi confronti. Assistito dall’avvocato Paolo Rossi, il sindaco ha dato una sua versione dei fatti nell’interrogatorio alla conclusione delle indagini, spiegando che tutti nel reparto sapevano quando usciva e dove andava, e l’accordo con i colleghi era che lo chiamassero immediatamente nel caso ci fosse qualche urgenza o la necessità di una sua consulenza.
Quanto alla mancata registrazione sui documenti dell’azienda delle sue uscite, il problema era stato causato da una interpretazione ambigua e discussa relativa al contratto dei dirigenti, in base alla quale questi non sarebbero tenuti a rispettare determinati orari, ma piuttosto a garantire certi risultati; in ogni caso il sindaco non avrebbe avuto alcuna intenzione di truffare l’Asur, cosa tra l’altro evidente anche per il fatto che le sue uscite per andare in municipio erano note a tutti.
Ora la vicenda dovrà essere ripercorsa ed esaminata davanti al giudice Paolo Properzi.
Ieri in tribunale a Macerata si è tenuta la prima udienza, che però è stata subito rinviata al 28 giugno per aprire il dibattimento e verificare se l’Asur vorrà costituirsi parte civile. Saranno poi citati dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo i primi testimoni dell’accusa, cioè i colleghi del pediatra, i dipendenti del Comune e i finanzieri che condussero le indagini sulla vicenda. Naturalmente anche il sindaco potrà citare dei testimoni per difendersi, e ribadire di nuovo anche in aula la sua versione in merito all’accusa che gli viene mossa, per chiarire il suo comportamento.