San Severino Marche (Macerata), 28 novembre 2022 - Si è accanito sulla madre a colpi di forbici, con una aggressione iniziata in camera e finita nel bagno della loro casa, proprio sopra al bar in via Raffaello Sanzio dove da sempre lavoravano entrambi (video). Ora è accusato di omicidio Michele Quadraroli, 56enne che soffriva di malattie psichiatriche e aveva avuto in passato problemi di tossicodipendenza, nella notte è stato arrestato.
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La vittima, Maria Bianchi, aveva 84 anni, e fino alla fine ha cercato di fare il possibile per aiutare il figlio. L’allarme è arrivato intorno alle 14 di ieri. Lo psichiatra che aveva in cura Quadraroli ha chiesto aiuto ai carabinieri: aveva sentito l’uomo sabato sera, e poi ieri mattina, e quello che lui gli aveva detto lo aveva fatto preoccupare. La caserma dell’Arma è a pochissima distanza dalla casa della famiglia, sopra al bar, e i militari sono arrivati pochi minuti dopo. Ma era già troppo tardi.
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Maria Bianchi era a terra, il viso devastato dai colpi delle forbici che erano ancora infilate nella sua pancia. Il figlio avrebbe anche provato a darle fuoco. L’uomo è stato portato in caserma, e nell’appartamento sono arrivati il comandante della Compagnia di Tolentino, il maggiore Giulia Maggi, il maresciallo Massimiliano Lucarelli, comandante della stazione di San Severino, i militari specializzati nelle indagini scientifiche del Reparto operativo di Macerata e il medico legale Antonio Tombolini, che ha eseguito una prima ispezione sul corpo della donna.
In caserma intanto, assistito dall’avvocato Laura Antonelli, Quadraroli è stato sentito dal sostituto procuratore Vincenzo Carusi. A quanto sembra, l’uomo non ricorderebbe nulla di quanto fatto. I carabinieri lo hanno trattenuto in caserma fino a tardi. Per lui si profila l’accusa di omicidio, anche se molto verosimilmente sarà da accertare la sua capacità di intendere e di volere. Di più su questi aspetti si potrà sapere probabilmente oggi, quando sarà valutata anche la documentazione clinica del settempedano.
La salma della vittima è stata portata all’obitorio di Macerata, in attesa delle decisioni della procura. Ancora non si sa cosa possa aver scatenato l’aggressione. Il bar domenica era chiuso, e secondo qualcuno lo era già da venerdì perché il 56enne si era ammalato. Si sa che l’uomo era in terapia con gli psicofarmaci, e fino a ieri non aveva mai manifestato alcun segno di pericolosità: era una persona sempre molto tranquilla, mai aveva avuto comportamenti aggressivi.
Lui e la madre si alternavano nel bar, che aveva ancora clienti anziani affezionati. Maria Bianchi, vedova ormai da alcuni anni, aveva sempre lavorato in quel locale. Tutti la conoscevano a San Severino, anche perché era una persona buona, gentile e sempre pronta a dare una mano a chi ne avesse bisogno. In primis ovviamente al figlio: era per lui che la donna, malgrado l’età, aveva continuato a portare avanti l’attività, tra le difficoltà causate dal terremoto e poi dalla pandemia. In quel quartiere residenziale, dove le scosse del 2016 avevano causato tanti danni, tutti conoscevano madre e figlio. Ma pur conoscendo le difficoltà di lui, nessuno avrebbe mai immaginato che ci fosse la possibilità di un epilogo simile.