Coronavirus Macerata "Agroalimentare a picco"

Le stime della Coldiretti: un milione e mezzo di euro in meno per l’export, crollano la pesca e l’ortofrutta. Fucili: "Pesanti ripercussioni sul mercato"

Francesco Fucili è il presidente della Coldiretti della provincia di Macerata

Francesco Fucili è il presidente della Coldiretti della provincia di Macerata

Macerata, 5 ottobre 2020 - Un milione e mezzo di euro in meno per l’export dell’agroalimentare. È il conto che l’emergenza causata dal Coronavirus porta alle Marche. La stima è di Coldiretti ed è riferita al secondo trimestre del 2020, ovvero i mesi del lockdown, confrontato con lo stesso periodo dell’anno scorso. Sul fronte del Maceratese, il Covid-19 ha vanificato quanto fatto nei primi due mesi dell’anno, che era partito bene. Le stime, infatti, fanno registrare nel primo semestre una flessione del 2,5% nel settore dei salumi, un crollo del 14% dell’export nel settore dell’ortofrutta e addirittura un meno 46% per i prodotti di pesca e acquacoltura. Quanto al vino, nella provincia di Macerata si rileva un calo tendenziale del 17% tra il primo e il secondo trimestre del 2020.

"Le difficoltà legate al Covid – spiega il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili – hanno avuto pesante ripercussioni sul mercato delle produzioni agricole e questo viene evidenziato soprattutto nei dati del secondo trimestre. Il Coronavirus ha imposto una notevole battuta d’arresto a un’annata che si prospettava buona per l’andamento dell’agroalimentare italiano e marchigiano. Come Coldiretti, abbiamo tentato di porre rimedio con una serie di iniziative per dare ristoro alle imprese. A livello regionale, abbiamo portato il nostro contributo per l’avvio di bandi per fondi e aiuti ai settori maggiormente danneggiati, come il vino, il florovivaismo e gli allevamenti. Oltre a questo, siamo impegnati in una battaglia campale, perché se è vero che l’export è in flessione, è altrettanto vero che continua l’importazione di prodotti stranieri nei nostri mercati, agroalimentare di dubbia qualità per il quale chiedevamo trasparenza. Ora, finalmente, avremo la possibilità, dopo tante pressioni, di leggere questi dati e di sapere quali aziende distribuiscono i prodotti esteri. Siamo certi che nel breve periodo i consumatori sapranno orientarsi verso le produzioni veramente nazionali, che sono le più controllate al mondo". In sostanza, il Covid-19 ha azzerato un anno che poteva essere potenzialmente ottimo dal punto di vista degli scambi con l’estero. C’è comunque soddisfazione per la caduta del segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia, un risultato storico ottenuto nel decreto Semplificazioni, convertito in legge dopo l’approvazione di Camera e Senato.

"Finalmente – spiegano da Coldiretti –, sarà possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero, dai quali dipende l’84% degli allarmi sanitari scattati in Italia nel 2019". Il decreto prevede che il ministero della salute renda disponibili ogni sei mesi, attraverso la pubblicazione sul sito, nella sezione amministrazione trasparente, i dati relativi ad alimenti, mangimi, animali destinati al consumo e in arrivo dall’Unione europea e dai Paesi extracomunitari.