Finisce in arresto cardiaco 14 volte in un quarto d’ora: salvato in extremis

Il caso al pronto soccorso di Macerata. Il medico Mattei: «Situazione mai vista»

Un’ambulanza

Un’ambulanza

Macerata, 23 luglio 2016 - Per 14 volte il suo cuore s’è fermato. Per 14 volte i medici l’hanno fatto ripartire, salvandogli la vita. È quanto accaduto alcuni giorni fa a un uomo tra i sessanta e i settanta anni, curato al pronto soccorso di Macerata, dove era giunto con i sintomi tipici dell’infarto. Subito è stato sottoposto alle analisi e agli esami, ma già il tracciato dell’elettrocardiogramma risultava alterato, tale da indicare un infarto in corso. Questo ha fatto sì che i medici e gli infermieri si siano tempestivamente attivati per fronteggiare la situazione.

«È accaduto tutto nell’arco di una quindicina di minuti – spiega la dottoressa Ornella Mattei –. Eravamo pronti: abbiamo defibrillato il paziente per 14 volte, trattandolo contestualmente con la terapia farmacologia. Quindi, una volta stabilizzato, è stato trasferito in Utic». Casi di persone che al pronto soccorso possono finire in arresto cardiaco ce ne sono stati e ce ne saranno. «Ma una situazione del genere, con così tanti arresti, è la prima volta che mi capita», sottolinea la Mattei, la quale evidenzia che, in fondo, medici e infermieri hanno fatto quanto dovevano. «Sicuramente. Ma l’hanno fatto bene. Il nostro dipartimento di emergenza-urgenza è una vera eccellenza, un punto di riferimento sicuro per i cittadini», afferma Alessandro Maccioni, direttore generale dell’Area Vasta 3.

«Un miracolo? Di miracoli ne facciamo tutti i giorni, anche se le condizioni in cui ci troviamo ad operare non sono sempre ottimali», scherza ma non troppo il dottor Michele Salvatori, responsabile facente funzioni del pronto soccorso, riferendosi alle tante vite che vengono salvate grazie alla tempestività e all’efficacia degli interventi. Per questo serve un pronto soccorso sempre più adeguato e funzionale. «Stiamo lavorando all’ampliamento e all’adeguamento del pronto soccorso, un intervento corposo e complesso di cui è stata completata una fase», ricorda Maccioni. «Mi rendo conto che in questo momento di transizione ci possono essere disagi, sia per i cittadini che per gli operatori sanitari. Me ne scuso, ma entro la fine dell’anno, massimo inizio 2017, i lavori saranno conclusi, con grandi vantaggi per tutti».