Elezioni Macerata 2019, Narciso Ricotta. "È finita un’era, serve un progetto nuovo"

L'assessore ai Lavori Pubblici interviene sulle Primarie: "Ho avuto diverse sollecitazioni. Non prendo le distanze all’amministrazione, ma la città non è quella di dieci anni fa"

Narciso Ricotta, 53 anni, è assessore ai Lavori pubblici

Narciso Ricotta, 53 anni, è assessore ai Lavori pubblici

Macerata, 6 novembre 2019 - È stato tra i primi papabili per la corsa alla successione del sindaco Carancini e, pur ammettendo di essere stato «corteggiato», l’assessore Narciso Ricotta ancora non scioglie le riserve sulla sua possibile candidatura che, spiega, potrebbe concretizzarsi a «condizione che non ci sia solo un candidato sindaco, ma una squadra che lavora insieme e che ci sia un impegno forte al cambiamento e all’innovazione».  Quindi è pronto a scendere in campo?  «Ho ricevuto diverse sollecitazioni, ma voglio rispettare il percorso di condivisione che ha avviato il centrosinistra e che porterà alle primarie. Aspetto che vengano definite le regole di questo percorso e farò una valutazione che, però, richiede le condizioni a cui ho accennato».  Lei parla di cambiamento, questo significa prendere le distanze dall’amministrazione di cui fa parte?  «No, significa prendere atto che la città è cambiata e ha bisogno di un progetto nuovo. Bisogna parlare di qualità della vita e creare una coesione sociale, lavorare sull’innovazione, la sicurezza, l’efficienza dei servizi pubblici, sull’ambiente, sulle manutenzioni stradali e del verde».  Che voto darebbe al lavoro dell’amministrazione?  «Il giudizio è positivo, gli darei otto. Se pensiamo allo Sferisterio, qualcuno dieci anni fa pensava di aprirlo a stagioni alterne. Il parco di Villa Lauri è di nuovo fruibile, si sta lavorando per l’ospedale unico alla Pieve, a breve partiranno i lavori sul centro fiere, sulle manutenzioni stiamo facendo un lavoro costante e alle Casermette apriremo due scuole».  Il più grande errore di questa amministrazione?  «Quello sulle piscine, nell’ostinarsi a non risolvere prima il contratto. Ora si sta pensando a una nuova opera che sarà oggetto di confronto».  Sulla sua eventuale candidatura pesano questi dieci anni, molti la ritengono la prosecuzione della giunta Carancini.  «Ho maturato un’esperienza e il lavoro fatto credo che possa essere di aiuto, ma l’anno prossimo si chiude una fase. Il progetto di Carancini è stato fatto dieci anni fa, quando temi come la sicurezza non erano previsti. Oggi la città è cambiata e, se anche Romano potesse ricandidarsi, farebbe un programma diverso».  Primarie, come vede la candidatura di altri esponenti del Pd?  «La pluralità è sempre un fattore positivo e la vedo positivamente anche nel mio partito. La forza e l’esperienza del centrosinistra si basano sulla concretezza di una classe politica che si confronta, scrive un programma e lascia che siano i cittadini a scegliere».  Quali sono le differenze tra voi e il centrodestra?  «Abbiamo una classe dirigente che conosciamo, di Macerata e che farà scelte che poi verranno poste al vaglio dei cittadini. Dall’altra parte vedo un centrodestra ostaggio della Lega, governata da soggetti perdenti, come l’onorevole Patassini e il segretario Merlini, che hanno perso le elezioni nella loro città (Treia, ndr). Se la Lega pensa di vincere sull’onda lunga di Salvini non ha capito che alle amministrative il discorso è differente. La Lega è ostaggio di persone che vengono da fuori: perché non fanno scegliere ai cittadini, forse hanno paura che possano essere scavalcati da Mosca, Sacchi o dalla Menghi?»  Pensa che Macerata potrebbe diventare un simbolo per la Lega, visti i tragici fatti del 2018?  «Se la Lega pensa di vincere le elezioni sfruttando la morte di una ragazza, sbaglia. Quei fatti ci debbono interrogare sul fronte della sicurezza, per cui credo che le forze dell’ordine abbiano già fatto molto, ma molto possiamo fare per il sostegno alle famiglie. Non si può fare una campagna elettorale sull’odio e sulle paure».