Covid e professori guariti nelle Marche: "Sospensioni inaccettabili"

Non vaccinati, stop dopo 90 giorni: Acquaroli e Latini scrivono al Ministro contro la circolare del direttore Filisetti: "Interpretazione restrittiva e lesiva"

L’assessore Giorgia Latini e il governatore Acquaroli

L’assessore Giorgia Latini e il governatore Acquaroli

Macerata, 8 maggio 2022 - Continua a fare discutere l’ultima circolare firmata dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti, secondo la quale sono inadempienti, e quindi da demansionare, gli insegnanti guariti dal Covid (ma non vaccinati), una volta trascorsi novanta giorni dal test risultato positivo. Dopo le preoccupazioni espresse da sindacati e insegnanti, i quali contestano il fatto che la norma sia stata interpretata in maniera restrittiva solo nelle Marche, visto che nelle altre regioni è stato confermato il termine di 120 giorni previsto dal governo, anche il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore Giorgia Latini hanno scritto al ministero dell’istruzione, al sottosegretario e all’ufficio scolastico regionale per un chiarimento.

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"Secondo l’interpretazione dell’Usr, che noi contestiamo, il personale non vaccinato ma che ha avuto il Covid, risulterà inadempiente trascorsi 90 giorni dalla data di certificazione di positività, nel caso in cui non abbia ricevuto alcuna dose di vaccino o nel caso in cui abbia contratto l’infezione entro 14 giorni dalla somministrazione di una dose di vaccino – spiegano Acquaroli e Latini –. Nel caso di personale che abbia concluso il ciclo vaccinale primario (che prevede due dosi, ndr), l’inadempienza scatterebbe decorsi 120 giorni. Questa interpretazione è restrittiva rispetto alle norme nazionali e non trova riscontro nell’impianto legislativo, che non prevede tali obblighi tassativi, ad esempio entro i 90 giorni. In questo modo sono inasprite le misure ben oltre le prescrizioni di legge. Va ricordato che gli insegnanti rischiano di essere sospesi e assegnati ad altra mansione. Siamo ormai abituati a questo atteggiamento, ma non possiamo accettarlo".

Dopo l’invio della circolare, infatti, molti dirigenti scolastici hanno cominciato a chiamare i loro insegnanti per prospettare la possibilità di un prossimo demansionamento. I docenti sarebbero equiparati a quelli non vaccinati e che non hanno avuto il Covid, tornati in servizio dal primo aprile, ma che non possono stare a contatto diretto con gli studenti e dunque sono stati messi a lavorare in archivi e biblioteche. Un passaggio che, anche per la giunta regionale, così come era stato espresso sul Carlino da Ugo Barbi dello Snals, risulta "lesivo della professionalità degli insegnanti". Per questo, il presidente Acquaroli e l’assessore Latini chiedono di "riesaminare la posizione assunta dall’Usr" e hanno convocato per domani un incontro con il direttore Filisetti, nel quale, oltre a questo, si parlerà anche della chiusura di alcune classi nelle aree interne.

"Non risulta – proseguono presidente e assessore – che sia stata né abrogata, né modificata la circolare ministeriale 32884 del 21 luglio del 2021, secondo cui "è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino nei soggetti con pregresso contagio da Covid, purché la vaccinazione sia eseguita preferibilmente entro i sei mesi dalla stessa e comunque non oltre i dodici mesi dalla guarigione". Da qui la richiesta di un confronto affinché siano assunte urgentemente "nuove determinazioni". "Questa interpretazione, oltre le norme – dicono Acquaroli e Latini –, risulta lesiva dei soggetti guariti che, nel caso specifico, prestano il loro servizio all’interno di un istituto scolastico".