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Vaccino over 50 Marche: nell’ultimo mese convinti nemmeno 2 su10

Dall’8 gennaio è entrato in vigore l’obbligo per i nati prima del 1972. Dal primo febbraio scatteranno anche le sanzioni. Dal 15 il green pass rafforzato sarà necessario per lavorare. Dopo un’accelerazione sulle prime dosi, ora l’effetto sta scemando

Vaccini (Archivio)

Vaccini (Archivio)

Pesaro, 27 gennaoi 2022 - La spinta c’è stata, ma lo zoccolo duro resiste. Parliamo degli over 50, e dell’obbligo vaccinale in vigore dall’8 gennaio. Sono quelli che hanno resistito fino all’ultimo, ma ora, anche loro, si sono convinti. O forse ’piegati’, diranno altri. O magari erano semplicemente stanchi di tamponi e limitazioni. Fatto sta che anche nelle Marche, la ancora folta schiera degli over 50 non vaccinati (poco più di 26mila persone tra i 50 e i 59 anni, pari all’11% del campione) è addivenuta a più miti consigli e, come mostrano i dati, nelle ultime settimane si registra una tendenza molto diversa nella domanda di prime somministrazioni, anche se gli irriducibili rappresentano ancora l’86% della platea di partenza. In pratica, dal 26 dicembre ad oggi, se ne sono convinti nemmeno 2 ogni 10.

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Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno, considerando la fascia d’età 50-59, nella nostra regione si è passati da 329 prime dosi nella settimana dal 26 dicembre al primo gennaio (la settimana prima, senza le feste, erano poche di più, 408), alle 839 della settimana successiva, e addirittura alle 1491 della settimana dal 9 gennaio al 15, per poi subire un rallentamento tra il 16 e il 22, con 1081 somministrazioni. Dunque, nella settimana ’clou’, quella che ha sancito l’entrata in vigore delle nuove regole, c’è stato un incremento rispetto alla settimana precedente quasi dell’80% (77,7%). E malgrado l’effetto stia già scemando, forse nuovi scossoni potrebbero emergere nei prossimi giorni, dato che ci sono altre scadenze importanti per gli over 50.  

L’obbligo vaccinale, per loro, è infatti stato introdotto l’8 gennaio e sarà in vigore fino al 15 giugno 2022. Ma il governo ha lasciato una ’finestra’ di un mese all’interno della quale fosse data la possibilità per gli over 50 di mettersi in regola, anche in base alle disponibilità dei centri vaccinali. Dunque le multe (100 euro) scatteranno solo dal primo febbraio. Non solo: è stato anche stabilito che l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto i 50 anni di età, dal 15 febbraio fosse esteso a tutti i lavoratori over 50 del settore pubblico e privato. Queste persone per accedere al luogo di lavoro saranno tenute a esibire il super green pass, non sarà più sufficiente il solo tampone base, quello che si ottiene con il tampone negativo. Una misura che è stata giustificata dal Governo con la necessità di aumentare le vaccinazioni per una categoria di persone che comunque, in caso di infezione da Covid, rischia più di altri se sviluppa la malattia in forma grave. Ma ovviamente il fatto di legare tutto ciò al lavoro ha creato molte polemiche.  

Una nuova svolta per la campagna vaccinale in questa fascia d’età potrebbe arrivare – al di là delle norme – dall’arrivo in Italia del vaccino Novavax. Le Marche saranno tra le prime regioni a riceverlo, subito dopo il Lazio. Da metà febbraio, ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, "è previsto l’arrivo del nuovo vaccino basato su proteine ricombinanti per le prime dosi e per coloro i quali hanno avuto dubbi sui vaccini vettoriali e a base Rna". A differenza degli altri vaccini, infatti, il vaccino di Novavax si basa sulla tecnologia già usata da decenni per altri vaccini, ad esempio contro l’epatite B e il papilloma virus. Nulla a che fare dunque con la tecnologia mRna invisa negli ambienti novax.  

Nella provincia di Pesaro e Urbino sono poco meno di 50mila (49.936) le persone tra 50 e 59 anni ad aver ricevuto almeno la prima dose, su un totale di 56.917 che rientrano in quella fascia d’età. Dunque la copertura è dell’87,7%. L’adesione al ciclo completo è all’81,9% mentre hanno ricevuto la terza dose il 68%. Il paradosso è che nella fascia 50-59 anni ci sono meno persone protette almeno con una dose rispetto a chi rischia di meno, vale a dire la fascia 16-19 anni, dove la copertura, sempre in provincia, supera l’89%.