Terremoto di oggi nelle Marche, i geologi: "Le trivellazioni non c'entrano"

L'analisi dopo la forte onda sismica davanti alle coste marchigiane, gli esperti: "La placca adriatica trasmette molto bene l'onda". E poi l'appello: "Lavorare di più sulla prevenzione"

Ancona, 9 novembre 2022 - Sul terremoto di questa mattina nelle Marche di magnitudo 5.5 che ha scatenato anche un'allerta tsunami (poi rientrata) sono intervenuti diversi geologi (qui il video della scossa in diretta). "Stiamo nella placca adriatica, in quella struttura geologica compatta, rigida, che va dal Mare Adriatico, a partire dalla Puglia, fino sotto la pianura Padana, sotto l'Appennino e arriva fino sotto le Alpi orientali, e sappiamo che trasmette molto bene l'energia elastica. Quindi quando c'è un terremoto lì, la propagazione dell'onda è molto efficace e si avverte a distanza molto grande".

Le onde del terremoto nella grafica Ingv
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Queste sono le considerazioni fatte da Alessandro Amato, esperto dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).  "Anche io l'ho sentita a Roma, e si è sentita fino a Firenze". Il geologo spiega che i danni sono perlopiù locali e sono dovuti allo scuotimento avvenuto nei primi 20-30 chilometri attorno all'epicentro. "Se fosse stato più sotto la costa sarebbe, stato localmente più forte" aggiunge. Il sisma "è generato da una faglia di compressione, un po' l'opposto di quello che avviene in Appennino dove le faglie sono di estensione - fa notare l'esperto - Qui invece è di avvicinamento della parte adriatica verso l'Italia, un accorciamento frontale".

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Ordine geologi Marche: le trivellazioni non c'entrano col terremoto

"Il terremoto avvenuto in mare questa mattina a poco più di 30 chilometri da Fano e Pesaro è uno dei più forti avvenuti in quest'area dal Novecento. Ma è anche un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche». Così interviene il presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini"Era dal 1930 che non si produceva un sisma così forte al largo della costa settentrionale marchigiana: l'evento al largo di Senigallia, il 30 ottobre 1930, raggiunse magnitudo 5.8, la stessa del terremoto al largo di Rimini nel 1916". «Nelle ore successive - aggiunge il presidente - abbiamo assistito a diverse altre scosse, di intensità più contenuta, ed è probabile che ce ne saranno altre anche nel corso delle prossime settimane. Sono i cosiddetti 'after shock' che però non devono preoccupare perché, dalle osservazioni e dai dati storici in nostro possesso, non si tratta di eventi che possono portare a un'altra scossa forte".

Infine, Farabollini risponde alle diverse illazioni di stamattina: "l'ipotesi che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi è da escludere. La trivellazione di per sé non comporta alcuno scuotimento sismico, sono semmai le attività di estrazione e stoccaggio che possono farlo. Ad ogni modo, i terremoti legati a queste attività sono di magnitudo più contenuta, generalmente mai oltre 4,5-5 e profondità massime di 3-4 chilometri".