A 17 anni ’strega’ il calcio: è il miglior portiere

Castelfranco, dalle partite nel campo della parrocchia al ’Sassuolo’: ora Gioele Zacchi è stato eletto il più bravo d’Italia nella categoria 2003

Migration

E’ cresciuto a pane e pallone e oggi che di anni ne ha 17 è stato eletto miglior portiere d’Italia classe 2003 per la stagione 20182019.

Una bellissima notizia che ha rallegrato la famiglia Zacchi di Piumazzo, per la gioia di papà Paolo, mamma Gaia, Anita di undici anni e il fratello Gioele, portiere nel Sassuolo. A premiare il giovane è stata l’associazione la Giovane Italia che assegna premi ai calciatori più meritevoli. Gioele ha tirato i primi calci al pallone nel Valsa Gold di Savignano sul Panaro fino a quando, a undici anni, è stato scoperto dal Sassuolo: vedendolo in campo durante una partita i tecnici hanno capito che il ragazzino aveva stoffa da vendere.

E così si sono svolti i provini e gli allenamenti e Gioele è entrato a far parte della squadra.

"Ho iniziato in porta nel Valsa Gold e mi è sempre piaciuto – racconta il 17enne – da piccolo il mio idolo era Buffon, ora guardo al portiere del Barcellona". La vita scorreva tranquilla tra le partite e allenamenti a Savignano e qualche partita con gli amici nel campo della parrocchia a Piumazzo fino a quando non è avvenuto il salto al Sassuolo calcio.

"Scuola e calcio sono un grande impegno ma nostro figlio ci mette tanta passione e noi siamo davvero soddisfatti – dice il papà – credo che il calcio aiuti molto le famiglie perché non solo è un’attività sportiva ma anche educativa e insegna il valore del gioco di squadra".

Per ora Gioele si divide tra la scuola, frequenta il Levi-Paradisi a Vignola e il calcio ma sogna di diventare un calciatore professionista, "se sente che questa è la sua strada siamo contenti" dicono i genitori.

Ora che gli allenamenti e le partite sono sospese anche le giornate di Gioele sono molto lunghe, "il calcio mi manca molto – dice – faccio esercizi in casa come ci hanno detto gli allenatori e seguo le lezioni scolastiche a distanza ma si fa fatica, a casa ci sono molte distrazioni". La notizia del riconoscimento assegnato a livello nazionale è stata comunicata alla famiglia qualche settimana fa, doveva arrivare a casa un trofeo ma il coronavirus ha sospeso tutto.

Poco importa, "la cosa bella di questa situazione è che riusciamo a passare molto tempo insieme in famiglia" dice papà Zacchi.

Silvia Saracino