
Anche gli infermieri interinali riceveranno presto il loro ‘premio’ per il lavoro anti-Covid portato avanti in questi mesi. Lo annunciano i vertici amministrativi di Ausl e Azienda ospedaliero-universitaria, dopo il malumore dei diretti interessati per non aver ancora potuto usufruire del bonus a tema previsto a livello regionale. "Siamo assolutamente consci che il lavoro svolto da questi operatori nel corso dell’emergenza e’ stato importante come quello dei dipendenti", premettono il direttore amministrativo dell’Ausl Sabrina Amerio e il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Lorenzo Broccoli. "Ma purtroppo– continuano i due dirigenti– non abbiamo potuto erogare il beneficio direttamente, come accaduto questo mese per i dipendenti, in quanto gli operatori in questione dipendono dalle agenzie interinali e non vengono retribuiti direttamente da noi. Siamo, pero’, impegnati ad individuare la soluzione che ci consenta in assoluta trasparenza e rispetto della normativa di soddisfare questa giusta aspettativa. Contiamo di poter corrispondere il beneficio già nel prossimo mese di luglio".
Il ’meccanismo premiante’ riguarda 292 sanitari interinali, tra infermieri, operatori sociosanitari e tecnici, di cui 155 dell’azienda che gestisce Policlinico e Baggiovara e 137 all’Ausl, che hanno lavorato durante l’emergenza nel territorio. Nel frattempo, l’Ausl continua nel ‘recupero’ delle attività sospese durante l’emergenza: su visite ed esami di specialistica ambulatoriale ci sono nuove aperture da oggi. Precisa l’azienda sanitaria in una nota: "Sempre nel rispetto delle misure di sicurezza, prosegue dunque il piano per la ripresa, che non è un semplice ritorno alla normalità pre-Covid per la sanità del territorio. Le norme di prevenzione del contagio, infatti, impongono nuovi ritmi agli operatori che, ad esempio, devono garantire l’igienizzazione prima e dopo ogni visita e alle strutture nuove modalita’ organizzative, al fine di evitare assembramenti o altre situazioni di rischio per i cittadini. Si investirà sulla qualita’ dell’offerta".
Grande la soddisfazione per i sindacati, in particolare per la Cisl, "che si è battuta a tutti i livelli per contrastare un’inaccettabile discriminazione nei confronti dei lavoratori somministrati impegnati nella sanità". Lo afferma Claudia Rizzo, sindacalista della Felsa Cisl Emilia-Romagna (sindacato lavoratori somministrati autonomi atipici) "Come abbiamo ripetuto in tutte le sedi, – continua Rizzo - queste persone sono state in prima linea garantendo il funzionamento del servizio sanitario nazionale e, nonostante i rapporti di lavoro temporanei, hanno sempre dato piena disponibilità, con grande senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Per questo anche loro devono rientrare nelle premialità definite per i lavoratori del comparto sanitario. Siamo contenti che le due aziende sanitarie modenesi sia siano pubblicamente impegnate a eliminare una clamorosa ingiustizia sociale ed economica. Allo stesso tempo, però, ricordiamo che resta il problema dei somministrati della sanità che hanno lavorato nelle altre province emiliano-romagnole. Ci auguriamo che la decisione delle due aziende sanitarie modenesi spinga la Regione a trovare rapidamente una soluzione valida per tutti. Siamo in attesa del tavolo regionale per trovare soluzioni non solo sulla premialità, ma anche per riconoscere la professionalità dei somministrati superando le disposizioni della legga Madia per i concorsi".