A Portobello nasce il villaggio dei bambini

L’emporio solidale si arricchisce con uno spazio per crescere e giocare. E’ il primo in Italia, Caldana: "Combattere la povertà educativa"

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Buone pratiche per influenzare al meglio lo sviluppo dei bambini. Passa anche da qui il benessere generale di una famiglia. Non è semplicemente un parco giochi ma un asilo solidale, un luogo pedagogico vero e proprio il progetto nazionale "Un Villaggio per Crescere" che approda anche a Modena presso l’emporio sociale Portobello. Proprio questo gemellaggio rende l’esperienza modenese unica in Italia. I destinatari del progetto sono i bambini da 0 a 6 anni e le loro famiglie, che si rivolgono a Portobello, famiglie che vivono in situazione di fragilità dal punto di vista economico e che beneficiano dell’aiuto alimentare dell’emporio ma anche di altre forme di supporto, come quella in ambito educativo e relazionale offerta dal Villaggio. "La salute mentale del bambino è tutt’uno con quello che avviene nei primissimi anni di vita e con il rapporto con i genitori e con le persone adulte con cui ha a che fare – ha spiegato Giorgio Tamburlini, pediatra e presidente del Centro per la salute del bambini, ideatore del progetto a livello nazionale – fare in modo che i genitori trovino, scoprano come passare del tempo di qualità con i loro bambini fin dalla nascita è un compito fondamentale perché da questa relazione dipende il futuro di questi bimbi, quindi il futuro anche delle nostre comunità". Si tratta di spazi interni ed esterni a cui possono accedere in primis i bambini delle famiglie già inserite nell’emporio sociale di via Divisione Acqui ma la speranza è quella di aprirlo a tutta la città. "I bambini possono accedere accompagnati dai genitori o dai nonni – ha spiegato l’educatrice Elisa Leoni - insieme possiamo condividere tutte la attività che noi proponiamo; ci sono giochi ma anche letture, narrazioni, laboratori con materiali naturali o di recupero con i quali costruiamo giocattoli e oggetti".

Il villaggio può contare su un partner importante nel campo sociale quale è Porta Aperta che gestisce l’emporio Portobello. "Crediamo che questo progetto legato alla povertà educativa e non solo materiale sia molto importante - ha commentato il presidente dell’associazione Alberto Caldana – integra un’attività ad ampio raggio che noi da tempo mettiamo in campo per aiutare le famiglie più fragili". L’esodo dall’Ucraina e le difficoltà legate alla crisi energetica hanno aumentato il numero di persone che accedono a Porta aperta e a Portobello. L’emporio alimentare sta seguendo 310 famiglie, 600 persone. "Un flusso che è stato molto forte nelle settimane scorse – ha detto Caldana - e che ora si sta stabilizzando".

Emanuela Zanasi