PAOLO TOMASSONE
Cronaca

Accademia Militare in festa. Mattarella al Mak P 100 tra applausi e commozione: "Per noi un onore immenso"

Il Presidente ha ’sfilato’ davanti agli allievi e ha seguito la cerimonia al Novi Sad dalla tribuna. Il generale Scalabrin ha ’salutato’ la città: "Questi ragazzi sono il futuro del Paese".

Il Presidente ha ’sfilato’ davanti agli allievi e ha seguito la cerimonia al Novi Sad dalla tribuna. Il generale Scalabrin ha ’salutato’ la città: "Questi ragazzi sono il futuro del Paese".

Il Presidente ha ’sfilato’ davanti agli allievi e ha seguito la cerimonia al Novi Sad dalla tribuna. Il generale Scalabrin ha ’salutato’ la città: "Questi ragazzi sono il futuro del Paese".

Un cadetto di ceramica, con la divisa d’ordinanza e il Tricolore stretto tra le mani. È il regalo che un gruppo di allievi dell’Accademia Militare ha consegnato al Presidente Mattarella nel Salone d’Onore di Palazzo Ducale, al termine di una giornata che resterà negli annali. "Grazie, è bellissimo, un magnifico ricordo", ha detto il Capo dello Stato visibilmente commosso, stringendo la statuetta che rappresenta proprio quegli allievi che aveva appena visto sfilare. Era da poco passato mezzogiorno quando il corteo presidenziale ha lasciato il parco Novi Sad per raggiungere la sede storica dell’Accademia. Una manciata di minuti che hanno permesso a Mattarella di attraversare una città che, seppur tenuta a distanza dalla cerimonia blindata, ha voluto esserci. Dai balconi delle vie del centro sventolavano bandiere tricolori, mentre lungo le transenne qualche modenese era riuscito a trovare posto per un saluto al Presidente che torna in città dopo le visite per l’anniversario della morte di Marco Biagi, per il terremoto, per l’inaugurazione di un nuovo reparto della Ferrari a Maranello. Ma è stato al Novi Sad che si è consumata la mattinata delle emozioni.

Un parco trasformato in teatro militare, "bonificato" fin dalla notte dai reparti speciali. Alle prime luci dell’alba già ferve l’attività: i Corazzieri lucidano le moto, la banda provava gli ultimi accordi, mentre dalle caserme arrivavano i pullman con i genitori degli allievi. È l’ultimo Mak P 100 del mandato del generale Davide Scalabrin, comandante dell’Accademia. "In questi anni ho imparato che formare un ufficiale non significa solo trasmettere competenze tecniche, ma costruire relazioni umane profonde. Questi ragazzi non sono numeri, sono il futuro del Paese e meritano tutto il nostro impegno educativo ed emotivo". La cerimonia è un crescendo di suggestioni. Prima il passaggio della Stecca tra il 205° corso Fierezzae il 206° Dignità, con i genitori che si alzano in piedi per immortalare il momento. Poi i cavalli che entrano al galoppo per il saggio di equitazione, con gli allievi che saltano ostacoli sempre più alti tra gli applausi. E ancora il saggio ginnico, una coreografia di forza e precisione che strappa ovazioni quando forma un tricolore umano al centro del campo. Mattarella osserva tutto dal palco d’onore, affiancato dal ministro Crosetto e dai vertici militari: il generale Luciano Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, e il generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Non pronuncia discorsi, ma i suoi occhi parlano. Soprattutto quando il reggimento sfila in parata, con quel passo cadenzato che è marchio di fabbrica dell’Accademia modenese. Tra le autorità presenti, il presidente della Regione de Pascale, il sindaco Mezzetti, il prefetto Triolo, il presidente della Provincia Braglia.

Ma anche tanti politici, rappresentanti delle associazioni d’arma con i loro labari. Una Modena istituzionale al gran completo per un evento che capita una volta nella vita. "Vedere questi ragazzi così giovani eppure già così determinati fa venire i brividi", commenta una madre in tribuna, mentre suo figlio del primo anno assiste al passaggio della Stecca che un giorno toccherà anche a lui. "Sapere che il presidente è qui per loro è un onore che porteranno sempre con sé". E mentre il corteo presidenziale si allontana verso l’aeroporto, Modena resta con la sensazione di aver vissuto una pagina di storia. Come quel cadetto di ceramica che da oggi veglierà sulla scrivania del Quirinale, testimone silenzioso di una giornata in cui la città del tortellino ha battuto all’unisono con il cuore della Repubblica.