Vignola (Modena), 14 settembre 2024 – Omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. E’ con questa pesante accusa che è finito a processo Uber Capucci, il 68enne di Spilamberto accusato di aver ucciso a seguito di un violento litigio il fratello Emore il primo ottobre dello scorso anno nella villetta di famiglia, in via Torino, a Vignola.
Ieri l’uomo, sentito nel corso dell’udienza preliminare, è stato rinviato a giudizio come richiesto dalla procura e l’udienza è stata fissata per il prossimo anno. Al momento il rinvio a giudizio riguarda solo l’omicidio del fratello Emore: infatti è stata stralciata l’accusa per quanto riguarda l’omicidio dell’anziana madre Anna Malmusi, 88 anni.
La donna era stata trovata morta in camera da letto (era allettata) ma, a quanto pare, il quadro indiziario che si profilava in un primo momento non è risultato così ‘solido’ da attribuire con certezza la responsabilità della morte dell’anziana madre all’imputato. La sofferenza dello stesso – che in quei giorni era documentata – dimostrerebbe secondo la difesa, nella persona dell’avvocato Fabio Bazzani, un gesto d’impeto commesso dal 68enne quella domenica pomeriggio assieme ad altri diversi elementi in mano alla difesa. Secondo la tesi della procura, invece, Uber Capucci agì con premeditazione. Proprio questo aspetto, ovvero l’aggravante della premeditazione, sarà al centro del processo che si svolgerà davanti alla Corte d’Assise. Secondo le prime ipotesi investigative, Emore, 66 anni, sarebbe stato ucciso dal fratello a coltellate mentre sul corpo dell’anziana non erano state individuate lesioni da arma bianca nel corso dell’autopsia. In un primo momento si era ipotizzata la morte per soffocamento, così come il decesso per cause naturali.
Pare però che a seguito degli accertamenti svolti dagli inquirenti non siano emersi – allo stato attuale – elementi utili a sostenere l’accusa di omicidio dell’anziana madre nei confronti di Capucci. Lo stesso imputato aveva tentato quel giorno di togliersi la vita, tanto da rimanere a lungo ricoverato in ospedale.
Anche il possibile movente al momento è tema di dubbio e sicuramente sarà approfondito durante il processo. I fratelli, proprio in quei mesi, avevano entrambi manifestato disagi psicologici, tanto da rivolgersi a professionisti.