«Ai sensi della normativa vigente, quando un ente locale compra un immobile ci devono essere ‘documentate indispensabilità e indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento’, circostanza che in sede di variazione di bilancio non ci è stata dimostrata. Ma tale acquisto è davvero indispensabile e indilazionabile?». Se lo chiede dai banchi dell’opposizione Modesto Amicucci (‘Liberi di scegliere’) riguardo all’intenzione dell’amministrazione di acquistare all’asta nel comparto ex Bini l’edificio ’gemello’ di quello che ora ospita la biblioteca. Per farne un polo culturale che potrebbe comprendere anche una sorta di «seconda sala d’aspetto» vicina alla stazione dei treni. Per questo con unavariazione di bilancio sono stati stanziati di recente 290mila euro.
Ma Amicucci ha anche altri dubbi sul progetto, a partire «dalle motivazioni addotte dalla giunta: essendo un’area degradata, hanno detto, allora la acquistano... Ma non sarebbe meglio contrastare il degrado con un meggior presidio del territorio? E spero davvero che non diventi una ‘seconda stazione’, viste le pessime condizioni in cui versa la ‘prima’».
«Peraltro – aggiunge Amicucci – l’immobile ex Bini è sottoposto a tutela da parte della Soprintendenza, i cui tempi sono noti, e per ristrutturarlo serviranno ingenti somme. Quali fondi verranno usati? Conviene, dunque, che il Comune si assuma la responsabilità derivanti da una proprietà del genere?».