Affidi, indagato il capo del servizio minori

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UN’ORA e mezza di confronto tra il procuratore capo di Modena, Paolo Giovagnoli, e il pm reggiano Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’ sullo scandalo affidi di Bibbiano. Si è svolto ieri in corso Canalgrande il summit tra gli investigatori delle due province che sono sempre più legate da un’indagine che ha svelato un sistema illegale nella gestione degli affidamenti di minori. Tanto che i consiglieri modenesi di Forza Italia Antonio Platis e Mauro Neri, capitanati dal senatore Enrico Aimi, chiedono ora di creare «un pool tra le due Procure» affinché collaborino su questa indagine.

Ieri il pm Salvi ha messo sul tavolo di Giovagnoli i nomi di tre professionisti iscritti sul registro degli indagati dopo che i consiglieri avevano denunciato sulla stampa un incarico irregolare alla psicologa Nadia Bolognini da parte dell’Unione Area nord, quando quest’ultima era già ai domiciliari proprio per la vicenda di Bibbiano. Per competenza territoriale, questa ‘costola’ dell’inchiesta reggiana passa a Modena e se ne occuperà Giovagnoli in persona. L’accusa per la sospetta consulenza è abuso di ufficio e vede iscritte sul registro degli indagati tre donne: la Bolognini stessa, la responsabile del Servizio minori dell’Unione Area nord Federica Pongiluppi e Romina Sani Brenelli, responsabile della casa famiglia Madamadorè di Parma che, secondo l’accusa, sarebbe stata il tramite dei pagamenti dell’Unione per un incarico relativo a una minore di Mirandola, in realtà destinati alla Bolognini, già ai domiciliari. Una consulenza mascherata, insomma, varata quando la Bolognini (moglie di Claudio Foti, a capo della cooperativa Hansel e Gretel di Torino al centro dello scandalo affidi a Bibbiano) era già stata arrestata. Non solo, la Madama Dorè risulta vicina alla Hansel e Gretel. Proprio mentre era in corso il summit tra Procure, è arrivato negli uffici giudiziari l’esposto di Forza Italia, in cui i consiglieri sottolineano anche l’analogia tra questo incarico relativo alla minore di Mirandola, dato per la prima volta nel 2013 a Madamadorè, e lo scandalo minori della Bassa modenese venuto alla luce con l’inchiesta ‘Veleno’, secondo cui i servizi sociali di Mirandola negli anni Novanta avrebbero suggestionato alcuni bambini, convincendoli a essere stati abusati dai genitori, poi condannati e per la quale sono state avanzate richieste di revisione dei processi. L’analogia sta nel fatto che la responsabile del servizio minori dell’Area nord nel 2013 era la stessa degli anni Novanta, quando esplose il caso pedofili.

Proprio su ‘Veleno’ la Procura di Modena aveva aperto, oltre un mese fa, un fascicolo affidato al pm Giuseppe Amara che dovrà accertare se l’operato degli assistenti sociali mirandolesi dell’epoca (quando sedici bambini vennero tolti alle famiglie) sia stato lecito. La nuova indagine per abuso d’ufficio iscritta ieri in procura a Modena è dunque la seconda che coinvolge i servizi sociali dell’Ucman.