"Aggressioni ai medici, violenza inarrestabile"

Il presidente dell’Ordine, Carlo Curatola: "Gli attacchi ai camici bianchi sono legati al Covid e vengono spesso espressi sui social"

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di Valentina Reggiani

Sono stati definiti eroi: non si sono mai fermati dinanzi a quel pericolosissimo virus sconosciuto e potenzialmente letale e non hanno mai abbassato la guardia, neppure oggi. Eppure poco dopo sono diventati bersagli e continuano ad esserlo. I numeri della violenza nei confronti degli operatori sanitari in epoca Covid sono aumentati in modo esponenziale. Di questo si è parlato ieri nell’ambito di un convegno organizzato dall’Ordine dei medici, in collaborazione con l’associazione Italiana Donne Medico. Nell’ambito della tavola rotonda sono stati anche forniti i numeri della violenza: 47 le segnalazioni arrivate tra il 2019 e il 30 aprile di quest’anno.

A febbraio il presidente dell’Ordine Carlo Curatola si era recato in procura proprio per depositare l’esposto che documenta le istanze più significative provenienti dai propri iscritti. Ciò che è emerso – hanno sottolineato ieri – è l’insorgenza di una violenza nuova, covid correlata e che per lo più viene ‘espressa’ nelle mail, sui social, attraverso lettere.

"L’osservatorio provinciale insieme all’ordine dei medici sul tema violenza è stata un’innovazione utile a recepire, analizzare e identificare segnalazioni che sarebbero andate perse – sottolinea Curatola – E’ un fenomeno molto covid correlato: il numero delle istanze pervenute coincide con le fasi delle norme che sono state legittimamente inserite a favore di una campagna vaccinale estensiva: questo in una fetta della popolazione ha generato conflittualità tra medico e paziente". Il presidente dell’Ordine ha fatto presente come siano finiti nel bersaglio soprattutto i medici di medicina generale, essendo i certificatori esclusivi dell’atto di esonero o i sanitari impegnati negli hub vaccinali dove spesso anche l’intervento delle forze dell’ordine ha permesso di ‘sedare gli animi’ e portare avanti il dialogo coi pazienti.

"Abbiamo bisogno di atti concreti: i medici sono abituati ad assumersi responsabilità tutti i giorni: lo faccia anche la politica. Siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per creare un percorso di ascolto e condivisione in questi anni del tutto mancato. Gli episodi di violenza incidono sulla salute psichica e sui disturbi stress correlati che possono causare patologie più gravi, come la sindrome del burn out la quale – ha concluso – sta coinvolgendo molti dei nostri colleghi".

Tanti gli episodi segnalati in questi mesi come quello di agosto scorso, quando un giovane medico di guardia al Policlinico è stato aggredito verbalmente e con lancio di oggetti, oltre che minacciato di morte, da un uomo che pretendeva un certificato di malattia di cinque giorni. La maggioranza delle segnalazioni (24) è arrivata da donne. Tre medici (uno dei quali donna) hanno subito un’aggressione fisica, otto (due donne) sono stati minacciati solo verbalmente. Non è andata meglio ai 35 medici che l’aggressione l’hanno ricevuta in forma scritta, dal paziente o da un suo legale. Curatola ha proposto l’inserimento di uno sportello per le vittime di violenza in seno all’Ordine mentre Letizia Angeli, consigliere segretario dell’ordine dei medici ha confermato l’escalation di violenza. "I dati sono in aumento e abbiamo avuto un picco simile ai ‘picchi pandemici’ tra dicembre 2021 e febbraio 2022 in cui abbiamo raccolto il 90 per cento delle segnalazioni. Le segnalazioni hanno tutte caratteristiche molto simili, minacce a medici per ottenere esami pre vaccinali oppure o l’esenzione all’obbligo vaccinale".