
Il profilo genetico è ignoto ma appartiene a una persona di sesso maschile. Il generale Luciano Garofano: "Sarebbe opportuna una ulteriore analisi".
Nessun dubbio sulla presenza del dna dell’imputato sulla sigaretta, così pure sulla tanica. Resta però il mistero del dna ’Ignoto’ trovato sulla spallina del reggiseno della vittima. E’ stata una delicata udienza incentrata sulle probabilità e sulla genetica forense quella di ieri nell’ambito del processo per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino Alice Neri, che vede imputato per omicidio volontario il 30enne tunisino Mohamed Gaaloul. A riferire in aula circa la propria consulenza è stato uno dei periti incaricati dal vedovo Nicholas Negrini – rappresentato dall’avvocato Antonio Ingroia -, ovvero l’ex comandante del Ris di Parma, generale Luciano Garofano. L’ex comandante si è concentrato sull’analisi di tre elementi chiave: la sigaretta neo trovata a sette metri rispetto alla parte anteriore dell’auto della vittima, a Fossa di Concordia, la maniglia della tanica blu contenente olio frusto, secondo l’accusa utilizzato per dar fuoco al mezzo, con all’interno il cadavere di Alice Neri e la spallina del reggiseno della giovane mamma, individuata ad una distanza di circa undici metri rispetto alla parte posteriore del mezzo. Il generale ha confermato la presenza di Dna dell’imputato, misto a quello della vittima sulla sigaretta e il solo Dna di Gaaloul sulla maniglia della tanica. La spallina del reggiseno resta un mistero: riporta il Dna della vittima ma vi è la presenza anche di un profilo ignoto, probabilmente di sesso maschile. Secondo il consulente sarebbe opportuno procedere ad un’ulteriore analisi. "Si potrebbe fare un nuovo accertamento per consolidare i dati ai fini di un eventuale confronto con persona che ha lasciato la traccia; è un profilo instabile ma che si presta ad escludere tutti compreso Gaaloul – ha affermato in aula. Nuove ‘analisi’ potrebbero fornire elementi di maggiore utilità ai fini diagnostici". Garofano, rispondendo alla domanda della presidente Ester Russo, ha escluso che le tracce possano essere ‘datate’: non si può dunque affermare quando il dna sia stato ‘depositato’ negli elementi analizzati. Il consulente si è poi soffermato ad analizzare l’arma del delitto, escludendo possa essere stato utilizzato un coltello di piccole dimensioni. "Nel momento in cui la povera signora Neri si è difesa con le mani, il sangue avrebbe contaminato anche le mani dell’aggressore, influendo sulla saldezza della presa. Reputo quindi non sia stato utilizzato un ‘coltellino’". "Un’udienza importantissima – sottolinea l’avvocato dell’imputato, Roberto Ghini – si è iniziato a demolire l’impianto accusatorio. Il nervosismo della procura è stato spesso palese: forse anche loro si rendono conto che le indagini sono state condotte con modalità oggettivamente superficiali. La deposizione del generale Garofano è stata tranciante: sul reggiseno della vittima c’è il dna di un ignoto. Parimenti molto utile la deposizione del consulente di parte civile che non ha potuto che confermare che le ‘ossessive ricerche’ dell’imputato (in rete, ndr) circa la vicenda della signora Alice Neri si limitano in realtà a tre articoli non ricercati attivamente ma aperti da siti generalisti in due giornate". Gli avvocati della famiglia della vittima, Zaccaria e Pellegrini sottolineano: "Viva soddisfazione per la verità che sta emergendo in modo sempre più chiaro. Come da sempre sostenuto, l’ipotesi del cosiddetto "terzo uomo" si è infranta a fronte delle contestazioni oggettive alla criminalista Sartori (consulente del Pool nominato da Negrini). Secondo quanto risultato anche oggi, l’ultima persona che è stata in compagnia di Alice Neri è l’imputato. E’ infine emerso un altro dato di fatto significativo a suo carico: la ricerca tramite web - prima ancora che venisse scoperta la vettura bruciata - di verifiche sul tema omicidiario. Navigazione proseguita nei giorni successivi con anche l’immagine di Alice, particolare, questo decisivo, considerato che l’imputato aveva dichiarato di non ricordarsi nemmeno le fattezze della povera ragazza. Ancora una volta, dopo anni di fango gettatati sulla sua memoria, trova spazio la verità e la riabilitazione morale di Alice".