Allagamenti a Modena, paura e rabbia: "Allarme tardivo, non abbiamo imparato nulla"

I residenti di Gaggio hanno ricevuto l'allert quando l'acqua era ormai in casa. A Nonantola sommersa anche una cantina con 100mila bottiglie di lambrusco: "Successe anche nel '66". "Ma da allora ad oggi i soldi pubblici come sono stati spesi?"

Vigili del fuoco al lavoro sull'argine rotto

Vigili del fuoco al lavoro sull'argine rotto

Modena, 7 dicembre 2020- "Un’emergenza nell’emergenza, sei anni dopo siamo ripiombati nell’incubo e ci siamo svegliati con la paura addosso". Nella domenica dove il colore protagonista doveva essere il giallo, riconquistato dall’Emilia Romagna nella gestione del covid, si è invece imposto il rosso. "Un’emergenza epocale" puntualizzano in provincia di Modena che da ieri mattina lotta contro la forza di milioni di metri cubi d’acqua.

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Nel gennaio 2014 (guarda caso era sempre domenica) a tradire i modenesi fu il Secchia. Ora è il fiume Panaro ma la devastazione e la desolazione (foto) sono le stesse. "Non abbiamo imparato nulla" c’è chi ripete ossessivamente guardando centinaia di ettari di campagne e strade sommersi (video) lì dove l’argine del Panaro ha ceduto. Una falla di ben 70 metri (video), nella zona tra Gaggio di Castelfranco e Nonantola. Sono le 7 all’incirca quando, nel buio, fango e acqua si impongono, arrivando in poche ore fino alle porte del centro storico di Nonantola invadendo decine di case e aziende. "Alle 7.30 abbiamo ricevuto il messaggio della Protezione civile che ci diceva di salire ai piani superiori ma sentivamo un rumore strano così – spiega Debora Selmi (video), residente ’sull’argine’ – siamo andati a controllare ed era già tutto allagato. Nel giro di mezz’ora non si vedeva più la strada".

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Come loro altri residenti sono rimasti ’intrappolati’ nelle case, salvati poi dai vigili del fuoco. E c’è chi polemizza per l’allerta poco tempestiva. Come il cacciatore Graziano Vaccari, che è stato sorpreso dall’alluvione. "Proprio in queste zone ci fu una esondazione analoga nel ’66, in oltre 50 anni non sono riusciti a risolvere il problema. Dovevano dare l’allarme prima". Il Comune di Nonantola e di Castelfranco, in realtà, per tutta la notte hanno monitorato l’argine e sono stati inviati più alert con richieste di salire ai piani alti ma nessuno poteva prevedere la rottura dell’argine. Solo dopo l’allerta è diventata rossa.

Famiglie salvate con il gommone (Fiocchi)

"L’allarme è stato dato tardi, anzi non è proprio stato dato, siamo stati noi a informare di quello che stava succedendo", spiega Stefania, appena scesa dal gommone stringendo il suo cagnolino. La sua casa gialla, all’orizzonte, è diventata un’isola. Poco distante corsa contro il tempo per mettere in salvo i cavalli, 12, del maneggio Equilandia: "Un’emergenza di questo tipo non si poteva prevedere, io non mi sento di accusare le istituzioni" spiega la proprietaria Lisa Bertacchini che lavora senza sosta. Salvare il salvabile è l’imperativo. Soprattutto a Nonantola dove l’onda all’ora di pranzo è arrivata a 100 metri dal centro, la provinciale sembra un fiume. Il danno è incalcolabile, tutta la zona industriale galleggia. Tra i più colpiti la cantina Giacobazzi, un’eccellenza. "Sott’acqua il museo e il seminterrato con oltre 100mila bottiglie di lambrusco. Quando abbiamo saputo della rottura dell’argine ci aspettavamo di finire sommersi, successe anche nel ’66" dice il patron Antonio Giacobazzi.

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Alle porte di Modena un’altra cantina è finita sott’acqua con almeno centinaia di migliaia di euro di danni. Siamo alla Fossalta, un’emergenza parallela e in egual modo grave: "Un disastro – esordisce Sandro Fazio, titolare del ristorante Antica Moka –. Qui già nel 1993 abbiamo subito un’inondazione: ce l’abbiamo fatta e ce la faremo. Certo mi chiedo da allora ad oggi i soldi pubblici come sono stati spesi?". Poco più in là trattiene a stento le lacrime Vinicio Sighinolfi dell’omonimo ristorante: "E’ un disastro". Modena si è svegliaia a sua insaputa di nuovo rossa. Di rabbia.

I laghi di Vivi natura visti dall'alto