"All’Università per la terza età gli iscritti realizzano i propri sogni"

Carla Bertacchini, rettore dell’Utec: "Il nostro obiettivo è anche quello di migliorare la vita degli adulti. Qui in via del Carmine, oltre a studiare, c’è la possibilità di socializzare, viaggiare e informarsi"

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di Valentina Reggiani

"Abbiamo tra gli studenti diversi professionisti o persone ‘più anziane’ che seguono le proprie passioni. La nostra è una formazione culturale che segue gli interessi di molti". Così Carla Bertacchini, docente di inglese, racconta i segreti della realtà in cui lavora, ovvero l’ Università della terza età. Si tratta di un’associazione di promozione sociale fondata a Modena il 16 maggio 1988 e che si pone come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita degli adulti. "Siamo in via del Carmine – spiega Bertacchini – e l’Università ha un passato storico altamente dignitoso. Fu fondata da una serie di docenti e persone di cultura ed ora è diventata una ‘forma’ di cultura permanente, un aggiornamento culturale e socializzazione. Sono stata nominata rettore lo scorso anno e insegno inglese: prima ero funzionario del ministero, ma sono stata dirigente scolastico e docednte universitaria. In questa realtà, una volta dentro – racconta la professoressa - ho trovato terreno fertile per introdurre un percorso pedagogico poi recepito. Abbiamo come obiettivo condiviso quello di fare cultura insieme e ciò comprende viaggi, eventi, visite programmate e c’è un’utenza eterogenea. Questa era per me una sfida e oggi posso dirmi soddisfatta. Parliamo di fasce attive, calate nel mondo del lavoro che nell’università della terza età hanno portato avanti i propri interessi. Ho richiamato alcuni dei principi fondamentali sui quali avevo pubblicato tanto e mi sembra che l’Ute, rivalutando tutto il suo percorso storico col territorio si stia muovendosi con una consapevolezza pedagogica e didattica importante: proponiamo una didattica operativa, recente, che contempla l’inclusione". La professoressa Bertacchini spiega come l’università sia lo ‘specchio’ di tante personalità eccellenti del territorio. "In via del Carmine – afferma ancora – si riesce a conseguire dal diploma di terza media e fino alla laurea ma non proponiamo le solite discipline curriculari e non siamo in competizione con istituti scolastici, è un’offerta formativa culturale che va dalla storia dell’arte all’astrofisica. Abbiamo compensato gli interessi culturali delle persone al di là delle materie scolastiche e il feed back è buono – commenta ancora – Infatti ogni classe prima del covid contava anche 29 presenze dedite ad un apprendimento laboratoriale molto funzionale. E’ nata come offerta culturale pensata per la terza età ma ora ci sono persone di tutte le fasce d’età che si vogliono avvicinare all’arte o alla lingua inglese ad esempio, come tanti avvocati. Non è una università per sessantenni ma per maggiorenni, adulti, anziani che hanno bisogno di un aggiornamento culturale che risponda anche ai propri interessi. E’ una realtà formativa che rappresenta lo specchio di una società che ha bisogno di sentirsi attiva".