Riforme e dialogo costante con le società. Sono state due delle parole d’ordine di Simone Alberici in questi 3 anni e mezzo di governance del Crer. Dopo l’elezione di gennaio 2021 quando superò il reggente Paolo Braiati l’avvocato parmense è pronto per un nuovo mandato. Sabato alle 10 a Bologna Fiere, sarà candidato unico con 504 adesioni raccolte alle nuove elezioni, per la cui validità serve la presenza di un terzo delle 640 società aventi diritto.
Presidente Alberici, cosa l’ha spinta a ricandidarsi?
"La volontà di continuare e consolidare un percorso di cambiamento al servizio delle società. Sono stati quattro anni di battaglia anche politica, abbiamo portato la voce delle nostre società fino a Roma e ora dobbiamo continuare su questa strada".
Molti la davano diretto a Roma.
"Penso che ora la cosa più importante sia il lavoro da svolgere qui, con le società al centro. Abbiamo portato tante novità strutturali che non vanno disperse: gli anticipi, i playoff, la riforma dei campionati giovanili, l’abolizione degli under, la festa di fine anno e il rapporto con la politica regionale e nazionale".
Quali sono gli obiettivi per il prossimo quadriennio?
"Proseguire nell’aiuto alle società, migliorare la sostenibilità economica dei campionati e il rapporto con i professionisti per i settori giovanili, valorizzare i nostri campionati e creare un brand che li renda appetibili anche a livello commerciale, poi migliorare il sito internet e la comunicazione. Vogliamo alzare l’asticella su tutto".
Si aspettava i numeri di questi primi 4 anni?
"Abbiamo preso un mandato emergenziale nel 2021 ed è successo di tutto: pandemia, green pass, alluvione e riforma dello sport, ma nonostante ciò i numeri dicono che dal nostro arrivo si è invertito il trend di tesseramento e iscrizioni: solo quest’anno ci sono 44 nuove società, un dato eccezionale per il Crer. Ci avviciniamo agli 800".
Perché non si è presentato nessun altro candidato?
"Non lo so, forse perché tutti erano a conoscenza che il lavoro svolto da parte mia e del comitato ha soddisfatto in pieno le società".
L’impatto della riforma dello sport?
"La legge iniziale era del tutto inapplicabile, poi grazie al nostro intervento politico, assieme alla Toscana, abbiamo ottenuto modifiche sostanziali che ci hanno permesso di stare in piedi. E le società sono state eccezionali nel remare con noi".
Davide Setti