"Ampliamento Hombre, attenti alla salute"

L’associazione ’Medici per l’ambiente’ ha presentato "osservazioni e quesiti circa la compatibilità sanitaria del piano di sviluppo"

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di Stefano Luppi

I medici che nella nostra città si occupano di tutela ambientale attraverso l’associazione ’Medici per l’ambiente di Modena’ (Isde-Mo) sono dubbiosi sul forte sviluppo richiesto dalla azienda agricola biologica ’Hombre’ di strada Corletto Sud. L’azienda, una delle più note nella produzione di Parmigiano Reggiano, fondata dalla famiglia Panini e dal gennaio 2020 appartenente agli imprenditori modenesi Raguzzoni, lo scorso anno in estate ha richiesto alla amministrazione comunale di arrivare a 1200 capi di bestiame con la costruzione nell’ampia area agricola di circa 43mila metri quadrati di stalle (con abbattimento di vecchi stabili per circa 12mila). In Comune fino allo scorso aprile si è lavorato al piano in silenzio, fino a quando, sul Carlino, un gruppo di associazioni ambientaliste ha lanciato un allarme ambientale. Secondo gli ambientalisti, infatti, qualora l’allargamento avvenisse ci sarebbe un aumento elevato di inquinamento dovuto alla gestione degli animali. L’amministrazione per ora ha rassicurato: in attesa che nei prossimi giorni ci sia il via libera oppure il no, se n’è discusso lungamente in consiglio comunale dove sono arrivate interrogazioni del Pd e dell’opposizione. Ora appunto i medici ambientalisti, presieduti da Paolo Lauriola, professionista che di recente è stata anche arruolato in un gruppo di lavoro dell’Organizzazione mondiale della sanità. Isde-Mo in una nota "sollecita una discussione trasparente e costruttiva con le istituzioni competenti sul progetto di Hombre riguardo all’aumento del numero di bovini. Il 23 maggio scorso abbiamo presentato formali osservazioni e quesiti su diversi aspetti di compatibilità ambientale e sanitaria del Piano di sviluppo aziendale di Hombre. Riteniamo infatti che la produzione, il trasporto e il consumo di alimenti devono considerare fattori quali la salute e l’ambiente, premesse essenziali e non elementi esterni ai processi produttivi". C’è altro per gli esperti: "Tra le altre criticità individuate sottolineiamo il peso della produzione di metano, gas clima-alterante 23 volte più potente dell’anidride carbonica e ammoniaca e precursore del particolato secondario, già responsabile di effetti nocivi sulla salute anche nella nostra provincia. Abbiamo dunque chiesto chiarimenti oltre ad avanzare ipotesi propositive, affinché lo sviluppo del progetto, seppur necessario, sia compatibile con la sua sostenibilità. La tragica esperienza del covid-19 ha fornito chiare evidenze di come non sia più rinviabile l’attenzione alla fragilità degli ecosistemi nella pianificazione generale e locale di questo come di altri progetti della nostra provincia. Sulle possibili criticità occorre coinvolgere anche i cittadini della nostra comunità".